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In Sardegna chioschi aperti tutto l’anno. Protesta il Grig: “No a privatizzazione spiagge”

Un chiosco a Chia

L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus ha inoltrato una segnalazione al Governo nazionale perché impugni davanti alla Corte costituzionale la recentissima legge regionale Sardegna 12 febbraio 2020 in corso di pubblicazione sul B.U.R.A.S.

La legge in questione prevede, a mera comunicazione dei concessionari demaniali, il mantenimento tendenzialmente permanente di chioschi e installazioni varie sul demanio marittimo, nonostante vi siano solo autorizzazioni stagionali.

L’articolo 2 della legge prevede «il posizionamento delle strutture di facile rimozione a scopo turistico-ricreativo è ammesso per l’intero anno solare, al fine di favorire la destagionalizzazione della stagione turistica a condizione che l’operatore, entro il 31 ottobre di ciascun anno, programmi e comunichi, ai sensi dell’ordinanza balneare periodica, un minimo di 10 mesi di operatività sui dodici mesi successivi» senza la minima precauzione per la salvaguardia ambientale e per la fruizione pubblica dei litorali.

Inoltre, «l’efficacia delle autorizzazioni edilizie e paesaggistiche relative a strutture precarie a scopo turistico ricreativo, ubicate nella fascia dei 300 (trecento) metri dalla battigia marina, ha durata pari a quella della concessione demaniale».

«Bisogna ricordare – spiegano i membri del Grig – che la durata delle concessioni demaniali marittime sui litorali sardi è stata recentemente prorogata fino al 2033, in palese violazione della direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio (la cosiddetta direttiva Bolkestein) e in contrasto con l’orientamento giurisprudenziale. In parole povere, per beceri calcoli elettoralistici, la maggioranza consiliare di centro-destra ha voluto privatizzare il demanio marittimo e le spiagge, occupati permanentemente da chioschi e stabilimenti che dovrebbero, invece, operare solo durante la stagione balneare. Chioschi e stabilimenti che potranno rimanere tutto l’anno a danneggiare con opere permanenti spiagge e dune e a impedire la pubblica fruizione del demanio marittimo. La disposizione viola palesemente le competenze statali in materia di tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali, per cui l’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus ha proceduto a segnalarla al Governo affinchè la impugni davanti alla Corte costituzionale per conflitto di attribuzione».

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