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«Ci sentiamo spaesati, c’è molta incertezza. Il coronavirus sta dividendo in due l’Italia», parla un cagliaritano residente a Milano

Milano-Duomo

«Anche tra i ragazzi ormai il pericolo viene percepito. Hanno annullato i campionati giovanili di basket dove gioca mio figlio, e per la prima volta un po’ di timore c’è stato, anche tra i giovanissimi. Ha reso tangibile che la situazione è reale», racconta Andrea A. professionista cagliaritano a Milano da oltre 20 anni. «Quello però che ci crea maggior disagio è l’incertezza, un senso di spaesamento. C’è tanta confusione e questo, è inutile dirlo, mette paura. In giro ci si guarda con distacco, molte persone indossano la mascherina. E domani cosa succederà? Ora come ora possiamo solo restare in attesa, in primo luogo per cercare di capire se le scuole verranno chiuse o meno».

C’è anche chi la vive in maniera differente: «Un amico, manager di un grosso centro commerciale, sostiene che si stia ingigantendo una paura immotivata, ma dall’altra i commessi suoi dipendenti ritengono sia invece meglio chiudere i battenti, almeno per un po’, almeno finchè non si avrà più chiarezza», continua Andrea e conclude: «Diverse aziende stanno invitando a lavorare da casa. Giusto o sbagliato non saprei: so solo che il coronavirus sta dividendo in due l’Italia, in tanti vorrebbero mandare avanti il nostro paese e credono si stia ingigantendo troppo, ma anche in troppi hanno davvero paura».

E poi c’è chi, a San Pellegrino Terme, provincia di Bergamo, decide di affidarsi al cielo e invoca i santi (foto realizzata e inviataci da un cagliaritano residente in Lombardia).

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