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Accadde oggi. 17 febbraio 1943: le forze Alleate iniziano i bombardamenti su Cagliari

Era mercoledì 17 febbraio, quando i già massicci bombardamenti degli Alleati si concentrarono su Cagliari. Circa 105 velivoli, tra “fortezze volanti” e caccia pesanti, sganciarono un tappetto di bombe e spezzoni incendiari, che devastarono buona parte della città. Colpito fu soprattutto il centro storico, e nell’area di via S. Efisio si registrò il numero maggiore di vittime. Le lezioni e le attività quotidiane – come la distribuzione razionata dei generi di prima necessità – furono interrotte, e uomini, donne e bambini si riversarono nelle strade. Circa duecento furono quindi le persone uccise da schegge e proiettili durante il vano accalcarsi all’ingresso del rifugio anti-aereo di S. Restituta.

Come raccontò decenni dopo Luigi Spanu, in un’intervista rilasciata per il quotidiano l’Unione Sarda, quella di mercoledì era stata una serena mattinata primaverile – seppure oscurata dalla continua e silenziosa angoscia di un imminente sbarco delle truppe Alleate – fino a quando il suono delle sirene – oramai infelice consuetudine, spesso annunciatrice di attacchi inesistenti – aveva gettato la città nel panico. I bombardamenti, iniziati alle 15, durarono tutto il giorno. Ripresero poi alcuni giorni più tardi, il 26 febbraio, alla stessa ora, e ancora il 28. I feriti iniziarono presto a riversarsi negli ospedali, e le autorità invitarono i cittadini a proteggersi nei rifugi o allontanarsi dalle città. Si contarono oltre 2000 morti, e tanti furono i feriti e dispersi.

A fine mese Cagliari era oramai una città fantasma, e ancora oggi monumenti, chiese, abitazioni e strade recano traccia di quanto accaduto. A maggio iniziò quindi lo sfollamento, e il clima di terrore si protrasse fino a settembre, quando la voce di Badoglio, diffusa via radio, annunciò che la guerra era finita. Fra le vittime del 17 febbraio anche Tarquinio Sini, pittore sassarese e caricaturista molto apprezzato dai cagliaritani.

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