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Tumore al seno: il Businco dell’A.O. Brotzu è 15° in Italia per numero di interventi

Ospedale Businco

Nell’indagine sugli ospedali italiani più performanti (realizzata da doveecomemicuro.it, portale di public reporting delle strutture sanitarie italiane) per numero di interventi per tumore al seno (fonte: PNE 2018 relativo all’anno 2017) a livello nazionale, c’è un presidio sardo presente in classifica: è l’Ospedale Oncologico Armando Businco – A.O. Brotzu di Cagliari (al 15° posto in Italia con 552 interventi effettuati nel 2017). Nel calcolo sono stati considerati solo quelli che effettuano almeno 5 operazioni annue.

A livello regionale, invece, si riconfermano nelle prime 3 posizioni (come nell’edizione del PNE relativa all’anno 2016) rispettivamente l’Ospedale Oncologico Armando Businco – A.O. Brotzu di Cagliari, lo Stabilimento Cliniche San Pietro – AOU di Sassari e la Casa di Cura Polispecialistica Sant’Elena di Quartu Sant’Elena (CA). Al 4° posto, l’Ospedale San Francesco di Nuoro (NU) difende la posizione senza però raggiungere la soglia minima di 150 interventi annui. Al 5°, infine, entra in classifica, ma anch’esso senza raggiungere la soglia, il Policlinico di Monserrato di Cagliari (CA).

«Il volume di attività, secondo quanto dimostrano le evidenze scientifiche, ha un impatto significativo sull’efficacia degli interventi e sull’esito delle cure», spiega Elena Azzolini, medico specialista in Sanità Pubblica e membro del comitato scientifico del sito. Perciò, le autorità ministeriali hanno fissato la soglia minima di 150 interventi annui, per quanto riguarda il carcinoma alla mammella, per valutare la bontà di una struttura. In Sardegna, le strutture pubbliche o private accreditate che nel 2017 hanno effettuato questo tipo di intervento sono 10 (contro le 14 del 2016): di queste, il 30% rispetta la soglia (contro il 21% del 2016).

A scegliere di farsi curare in Sardegna è l’83,5% dei residenti.

Dai dati di Agenas emerge un notevole incremento delle operazioni per tumore al seno che, nel nostro Paese, hanno registrato un + 38,5% in 5 anni passando dalle 44.147 effettuate nel 2012 alle 61.137 del 2017. «L’aumento è in linea con i dati riportati nell’ottobre scorso da AIOM, i quali rivelano un trend in crescita per quanto riguarda l’incidenza del tumore al seno in Italia (+0,3% per anno, dal 2003 al 2018). L’incremento delle diagnosi si spiega con l’ampliamento, in alcune Regioni, dello screening mammografico, che ha coinvolto nuove fasce di età (45-49 anni) in aggiunta a quelle per cui era già attivo (dai 50 ai 69 anni). Inoltre, si deve al fatto che molte giovani donne oggi scelgono di sottoporsi ai controlli di loro iniziativa, spinte dalle campagne di prevenzione e dai progressi fatti nei campi della diagnosi e delle cure, che hanno consentito un significativo calo della mortalità (-0,8% per anno)», spiega Massimiliano Gennaro.

Tumore al seno: dove operarsi in Sardegna? Su www.doveecomemicuro.it la classifica regionale degli ospedali più performanti per volume di interventi per tumore al seno (fonte dati: PNE 2018). A conquistare le prime posizioni raggiungendo la soglia minima di 150 interventi annui sono l’Ospedale Oncologico Armando Businco – A.O. Brotzu di Cagliari, lo Stabilimento Cliniche San Pietro – AOU di Sassari e la Casa di Cura Polispecialistica Sant’Elena di Quartu Sant’Elena (CA). Con un’incidenza di 1 donna colpita su 8, il carcinoma alla mammella è la neoplasia più diffusa nella popolazione femminile. Nell’eventualità di doversi sottoporre a un intervento, come individuare l’ospedale che offre maggiori garanzie di sicurezza e che risponde meglio alle proprie esigenze?

Nel nostro Paese, gli ospedali pubblici o privati accreditati che nel 2017 hanno effettuato interventi annui per carcinoma alla mammella (tenendo conto solo di quelli che hanno eseguito almeno 5 operazioni) sono 469: il 42,9% è situato al Nord, il 19,8% al Centro e il 37,3% al Sud. A quali si rivolgono più frequentemente i cittadini? Tre quarti degli interventi concentrati in meno di un terzo dei centri. Dei 469 ospedali pubblici o privati accreditati che in Italia effettuano almeno 5 operazioni annue, solo 137 (il 29,2% del totale) rispettano la soglia di 150 interventi fissata dalle autorità ministeriali per il tumore alla mammella: il 49,6% si trova al Nord, il 24,8% al Centro e il 25,6% al Sud. In queste strutture, nel 2017, sono stati eseguiti ben il 74,7% (quasi tre quarti) degli interventi totali contro il 55,8% del 2012: è a questi centri, particolarmente performanti, quindi, che si rivolgono sempre più spesso i cittadini. Viceversa, nelle restanti strutture accreditate (oltre due terzi), nel 2017 è stato eseguito appena il 25,3% delle operazioni totali (poco più di un quarto) contro il 44,2% del 2012.

«La scelta di fissare una soglia minima d’interventi annui ha, tra i principali effetti, quello di convogliare i pazienti nei centri che offrono maggiori garanzie, che saranno così portati a progredire in esperienza ed adeguatezza delle cure. I grandi numeri hanno un altro vantaggio: giustificano l’impiego di più specialisti in una logica multidisciplinare e consentono di attivare Breast Unit certificate: reparti specializzati che offrono alle pazienti l’opportunità di essere seguite da un team di esperti e di accedere a un trattamento personalizzato», spiega Massimiliano Gennaro, medico della Struttura Complessa Chirurgia generale indirizzo oncologico 3 (Senologia) presso l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. Le strutture in linea con lo standard aumentate del 63% in 5 anni.

Nell’ultimo quinquennio, i centri che rispettano lo standard – quelli cioè che eseguono almeno 150 interventi annui – sono cresciuti del 63% (da 84 nel 2012 sono passati a 137 nel 2017). Al contrario, è calato il numero complessivo degli ospedali che eseguono interventi per tumore alla mammella (sempre tenendo conto solo di quelli che effettuano almeno 5 interventi annui): da 559 nel 2012 sono passati a 469 nel 2017 (-16%). «La direzione è quella giusta, ma la mia aspettativa, nell’interesse dei pazienti, è che gli indicatori individuati per valutare i centri – come le soglie di attività – si perfezionino nel tempo e riflettano sempre più fedelmente la qualità delle prestazioni offerte”, dice Massimiliano Gennaro. “Quanto alle strutture in linea con gli standard, il loro aumento è auspicabile, ma non si può prescindere da una loro equa distribuzione sul territorio che garantisca ai cittadini le stesse opportunità di cura risparmiando loro migrazioni da una Regione all’altra».

CLASSIFICA REGIONALE STILATA PER VOLUME DI INTERVENTI CHIRURGICI PER TUMORE AL SENO (Fonte PNE 2018)

Le strutture pubbliche o private accreditate che in Sardegna hanno effettuato questo tipo di intervento sono 10. 3 strutture su 10 rispettano la soglia (30%).

Le 5 strutture che effettuano un maggior numero di interventi sono:

  1. Ospedale Oncologico Armando Businco – A.O. Brotzu di Cagliari (n° interventi: 552) 15° in Italia
  2. Stabilimento Cliniche San Pietro – AOU di Sassari (n° interventi: 312)
  3. Casa di Cura Polispecialistica Sant’Elena di Quartu Sant’Elena (CA) (n° interventi: 229)
  4. Ospedale San Francesco di Nuoro (NU) (n° interventi: 95)
  5. Policlinico di Monserrato di Cagliari (CA) (n° interventi: 55)

 

Il 16,5% dei residenti sceglie di farsi curare in altre regioni

L’83,5% dei residenti sceglie di farsi curare nella propria regione

Lo 0,8% di interventi eseguiti su non residenti

 

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