Il progetto. ARTExhibition, che prenderà il via nelle prossime settimane e sarà terminato il prossimo inverno, avrà la forma di una serie web di sei episodi, un cortometraggio, un portale web, una mobile app georeferenziata e con funzioni di realtà aumentata. Tutte le produzioni saranno in italiano, inglese e sardo. Filo conduttore è il legame tra realtà identitaria sarda e arte contemporanea, raccontato dalla voce di dieci autori tra artisti e designer. Ma cos’è il patrimonio identitario della Sardegna? Sono i nuraghi, le maschere del carnevale, le pecore, i pinnetti, i ginepri, le rocce antropomorfe, il mare o il vento? “Non ci interessano i luoghi comuni, gli aspetti folcloristici – sottolineano gli autori – vogliamo tracciare una mappa dei segni identitari dell’Isola riscontrabili nelle ricerche di una decina di autori contemporanei. Segni affatto riconducibili a quel comune immaginario collettivo sulla Sardegna, responsabile di avere depotenziato, rendendole commerciali e folcloristiche, proprio le peculiarità antropologiche, paesaggistiche, di cultura materiale di una terra che, nonostante globalizzazione e totalizzante vocazione turistica, continua a rappresentare un unicum nel mondo. Un ‘quasi continente’ con precipue realtà assai rappresentative di una resistenza culturale, di approfondimento e consolidamento, delle sue radici identitarie”.
Gli artisti. Artisti, pittori, designer, scultori, scenografi, fotografi, stilisti nati nell’Isola o che hanno scelto la Sardegna come studio o casa: c’è un mondo di creatività senza confini al centro della ricerca di Arionline, Karel e Bibigula. Impossibile individuare una linea comune tra i dieci nomi selezionati da Raffaella Venturi, giornalista e storica dell’arte: rappresentano diverse e variegate tecniche espressive, ma ciascuno è peculiare nel suo rapporto tra identità sarda e arte contemporanea. Ci sono Anna Marceddu e Thierry Konarzewski, fotografi, artisti figurativi come Josephine Sassu, esponenti dell’arte concettuale come Rita Correddu e Giovanni Casu, la textil designer Eugenia Pinna, il designer di coltelli Antonio Fogarizzu, il costumista e scenografo Marco Nateri, lo stilista Luciano Bonino, e infine Antonello Cuccu, architetto, artista e ceramista.