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Armi, ricettazione e caccia di frodo: quattro arresti a Iglesias

Armi e caccia di frodo: 4 arresti a Iglesias

Nella mattinata di oggi i carabinieri della Compagnia di Carbonia hanno dato esecuzione all’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali, emesse dal Gip del Tribunale Ordinario di Cagliari nei confronti di quattro pregiudicati residenti nell’iglesiente, responsabili a vario titolo di ricettazione di armi clandestine (pistole e fucili), porto abusivo di armi e caccia di frodo.

Le indagini sono iniziate nel giugno 2018, quando i carabinieri hanno eseguito degli approfondimenti investigativi su alcuni giovani del Sulcis, dediti al piccolo spaccio di hashish.

Gli investigatori hanno così individuato tra i principali contatti dei soggetti di Carbonia “attenzionati”, un pregiudicato 54enne di Iglesias, Massimiliano Giuseppe Medda, meglio conosciuto col soprannome di “Massimino”, noto agli operanti per i suoi precedenti di polizia e giudiziari, legati in particolare al narcotraffico internazionale. Strettamente legato a lui, nelle attività investigative è emersa la figura di Gianluca Balloco, 50enne di Iglesias, già a capo di una comunità criminale che, tra gli anni 90 e i primi anni del 2000, ha importato in Sardegna dalla Spagna e dal Marocco tonnellate di hashish, trasportandole a bordo di gommoni o velieri.

Su queste due figure si è rivolta l’attenzione degli investigatori che, attraverso servizi di pedinamento e osservazione, svolti per lungo tempo sia in orario notturno che diurno, e supportata anche da attività tecnica, ha fatto emergere gravissimi indizi di reato, non solo sul conto di Balloco e Medda, ma anche sul concittadino e coetaneo Davide Boi 54enne e del 36enne di Buggerru Riccardo Sabiu, in ordine alla detenzione di armi comuni da sparo clandestine, celate nelle montagne tra Fluminimaggiore e Iglesias.

L’indagine è stata poi suffragata da numerosi riscontri con altre attività inquirenti, contemporaneamente condotte dal Corpo Forestale della Stazione di Fluminimaggiore e della Vigilanza Ambientale della Regione Sardegna, che stava effettuando proprie verifiche in relazione al grave e atavico fenomeno di bracconaggio e caccia abusiva, spesso esercitata con l’impiego di armi clandestine, che affligge i boschi e le campagne di quelle aree. 

Le indagini, svolte attraverso sofisticati strumenti che hanno consentito di fotografare Balloco proprio nell’atto di “imbracciare un fucile”, hanno permesso di scoprire, inoltre, che questi detenesse non soltanto fucili clandestini ma anche numerose pistole, che vendeva a clienti del Sulcis. Quest’ampia disponibilità, specie di armi corte, e la sua indole a delinquere, ha delineato una certa pericolosità del soggetto per la possibilità di porre in essere gravi delitti contro la persona e/o contro il patrimonio.

È stato, infatti, rilevato che Balloco utilizzasse tali armi anche per minacciare e compiere estorsioni nei confronti di esercenti di Iglesias, per futili motivi e, talvolta, anche per mera esaltazione della sua figura.

Sono numerose le conversazioni captate nelle quali Balloco spiega di voler “mantenere un ordine” ad Iglesias, al fine di tutelare al meglio le sue attività, non mancando occasione per ribadire di avere ampia disponibilità di armi, tra le quali anche “una pistola calibro 9 simile a quelle in uso ai carabinieri”.

Infine, nelle operazioni è emerso che, nell’ultimo periodo, Balloco, coadiuvato da altri soggetti, abbia ripreso prepotentemente il traffico di hashish ad Iglesias, gestito con tecniche commerciali, stoccando e limitando la vendita di quel tipo di stupefacente per un periodo, in modo tale da provocare un rialzo del prezzo ed avere il monopolio della sostanza poiché unico fornitore nella città di Iglesias.

Particolare rilievo assume nel senso, un episodio di estorsione nei confronti del titolare di un bar di Iglesias, ritenuto responsabile di non aver regolato i conti con una ex dipendente, della quale Balloco era molto attratto. La figura di Balloco spicca in tutta l’attività di indagine per la tendenza ad utilizzare la forza intimidatrice della sua manifesta personalità criminale, conosciuta nella città di Iglesias e rafforzata, evidentemente, dal fatto di detenere armi da fuoco.

Più marginale è la posizione dei “gregari” Boi e Sabiu, sul conto dei quali sono emersi gravi indizi di colpevolezza in relazione al concorso in detenzione e porto in luogo pubblico di due fucili clandestini ed un coltello a serramanico lungo 17 centimetri, utilizzati per la caccia di frodo e per avere (in almeno quattro occasioni) esercitato, durante la notte, la caccia al cinghiale in periodo di divieto generale (intercorrente tra la data di chiusura e la data di apertura, tra il 24 aprile ed il 9 giugno 2019). Inoltre, Sabiu anche per avere ricevuto a febbraio 2019, una pistola clandestina di tipo imprecisato dal correo Medda.

Dall’intensa attività d’indagine, è emerso dunque un grave quadro indiziario, che ha fatto piena luce sulle attività illecite poste in essere dai quattro arrestati, delineando le rispettive responsabilità, per le quali su richiesta del Pubblico Ministero Dott. Guido Pani, che ha coordinato e diretto le investigazioni, il GIP del Tribunale di Cagliari, Dott. Giampaolo Casula,  ha emesso il provvedimento eseguito oggi, disponendo la custodia cautelare nel carcere di Uta (Cagliari) per i principali protagonisti Ballocco e Medda, e gli arresti domiciliari per Boi (incensurato), e Sabiu (sul conto del quale risulta una condanna nel 2009 per fatti che sono stati depenalizzati).

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