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“Pino Vox”, moto e giacca in pelle: Assemini delle discoteche ricorda Pino Casula, morto in solitudine

Ultimamente lo chiamavano “Zio Pino”, ed è così che si è registrato nel suo profilo Facebook, ma ai tempi del mitico Kilton tutti lo conoscevano come “Pino Vox”. Pino Casula ad Assemini lo conoscevano tutti, era ben voluto e rispettato. Una persona gentile e molto ingenua, quello che in genere si definisce un bonaccione.

Veniva da una famiglia numerosa, ancora più numerosa quella di suo padre, 19 figli. Aveva un lavoro e quando negli anni ’80 il fine settimana Assemini si animava, per le tante discoteche che si riempivano di gente proveniente da tutto l’hinterland, anche lui andava a ballare. Moto, bandana e giubbotto in pelle, amava il rock ed era amico di tutti.

A un certo punto la situazione comincia a farsi difficile, la perdita di lavoro, la vita di espedienti, gli alloggi di fortuna e un lento e inesorabile isolamento. Il corpo di Pino Vox è stato trovato in una costruzione diroccata in viale Elmas. Aveva grossi problemi di salute, ai polmoni, al fegato che trascurati probabilmente lo hanno portato alla morte. Ma alla famiglia aveva raccontato un’altra verità, probabilmente si imbarazzava a raccontare di come viveva realmente.

In paese tutti conoscono la sua storia, ora che la notizia della sua scomparsa si diffonde sui social, in tanti lo ricordano con affetto nei commenti, ma come sempre c’è chi giudica. Qualcuno accusa la famiglia di averlo abbandonato, ma spesso le persone in difficoltà non sono così disponibili a farsi aiutare. Pudore, ostinazione, fragilità che Pino si portava dentro e che forse non gli hanno permesso di ricevere aiuto. O forse, se qualcuno fosse stato più ostinato di lui, magari ci sarebbe riuscito ad aiutarlo, sappiamo che è morto solo, a pochi giorni dal suo compleanno che sarebbe stato il 4 febbraio, e che per giorni nessuno se n’è accorto, la verità la conosce la società che un po’ non vede e un po’ non guarda.

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