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Orchidee nelle discariche minerarie, lo studio dell’Ateneo di Cagliari piace alla comunità scientifica internazionale

Lo studio sulle orchidee nate nella discarica di una miniera di zinco e piombo a Domusnovas, apre scenari qualificati su tematiche inerenti botanica, sviluppo, riconversione di siti altamente inquinati. «Abbiamo analizzato le caratteristiche di una popolazione di orchidee, Epipactis helleborine subsp. tremolsii, in grado di vivere nei fanghi di flottazione di una discarica mineraria, caratterizzati da una notevole concentrazione di metalli pesanti. Il sito – spiega il professor Cortis, coordinatore della ricerca- si trova nell’area mineraria dismessa di Barraxiutta, miniera in cui venivano estratti principalmente zinco e piombo».

La ricerca ha coinvolto il team della sezione di Botanica (Dipartimento scienze della vita e dell’ambiente, Disva) con in prima fila Annalena Cogoni. Il lavoro e gli studi coordinati da Pierluigi Cortis (borsista di ricerca, Disva) hanno visto la collaborazione con il dipartimento di Scienze chimiche e geologiche e con i gruppi di ricerca delle università di Milano Bicocca, Salerno e Varsavia.
«Lo studio ha permesso di capire come queste orchidee non solo crescano in presenza di contaminanti ambientali- ha aggiungo Cortis- ma siano anche in grado di accumularli all’interno dei loro tessuti. Dal confronto con orchidee della stessa specie cresciute in aree non contaminate è emersa una minore crescita dell’apparato vegetativo e una riduzione dell’efficienza fotosintetica rispetto a queste ultime».

Gli scienziati dell’Università di Cagliari hanno colpito sia la comunità scientifica, sia gli addetti ai lavori dei vari segmenti. Con Pierluigi Cortis hanno realizzato e firmato lo studio i ricercatori del Disva, Antonio De Agostini, Annalena Cogoni, Cinzia Sanna, Dario Piano, Michele Lussu e Alberto Caredda. Al lavoro hanno collaborato anche gli studiosi del dipartimento di Scienze chimiche e geologiche Andrea Vacca, Alessandra Garau e Claudia Caltagirone. La ricerca è stata titolata “Heavy metal tolerance of orchid populations growing on abandoned mine tailings: A case study in Sardinia Island (Italy)” con le firme degli autori Antonio De Agostini, Claudia Caltagirone,  Alberto Caredda, Angela Cicatelli, Annalena Cogoni, Domenica Farci, Francesco Guarino, Alessandra Garau, Massimo, Labra, Michele Lussu, Dario Piano, Cinzia Sanna, Nicola Tommasi, Andrea Vacca, Pierluigi Cortis.

 

«Dallo studio è risultato che l’adattamento a queste condizioni estreme – ha concluso il coordinatore del progetto- potrebbe essere reso possibile dalla simbiosi con un fungo presente nel suolo. Le future ricerche verteranno sulla caratterizzazione del fungo e dei meccanismi attraverso i quali questo organismo sia in grado di esplicare l’azione detossificante».

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