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Pavoletti incontra i giovani alla Fiera: «A marzo torno in campo, ho voglia di giocare»

La sala congressi è gremita, tutti aspettano il campione del Cagliari Leonardo Pavoletti che insieme ad Abel Kanyamuna risponde alle domande del giornalista Paolo Di Giannantonio. Leonardo non sembra per niente intimidito dalla sala strapiena, mentre la giovane promessa dello Zambia è visibilmente imbarazzato. Ovviamente la prima domanda riguarda il suo infortunio: «Ormai la società mi fa fare pubbliche relazioni – scherza “Pavo” – mi mandano a presentare la maglia, ai meeting. Ho passato momenti difficili dopo l’infortunio, ma la famiglia, gli amici e la società mi sono stati vicini. Sto molto meglio e non vedo l’ora di rientrare, adesso rimane un po’ la paura mentale di farmi male di nuovo, ma a marzo torno in campo».

Suo padre faceva il tennista e anche lui inizialmente praticava questo sport, poi ha capito che la sua vita era il calcio. L’occasione per la chiacchierata con i due giocatori l’International Job Meeting, e di questo si parla: «Per me lo sport è un lavoro. So che spesso la gente non lo considera come tale, ma se vuoi emergere, arrivare ad alti livelli devi impegnarti come ti impegneresti in qualsiasi altro lavoro. Non è che voglia fare vita monastica – spiega l’attaccante rossoblù – mi piace divertirmi, ma io non sono di quei talenti puri, per vare dei risultati devo allenarmi, seguire delle regole».

E questo Pavoletti lo ha capito quando dalla Juve Stabia è passato al Lanciano: «Mi sono reso conto che c’erano una serie di regole da rispettare – prosegue il calciatore – devi mangiare solo certi cibi, evitare di bere troppi alcolici, andare a letto presto e allenarti costantemente. E quando sei giovane è un sacrificio, ma se vuoi ottenere determinati risultati devi seguire questa strada, i migliori calciatori, quelli che garantiscono continuità, al di là del talento che da solo non basta, sono dei professionisti serissimi un esempio per tutti, Ronaldo».

Secondo l’attaccante il segreto di squadre forti come l’Atalanta è il fatto di aver puntato molto sui giovani, il fatto di mettere in conto certi errori, e poi la preparazione atletica: «Gli allenamenti di Gasperini sono durissimi, ti fa faticare tanto da farti sentire la nausea, ma la domenica sei in grado di sopportare qualsiasi sforzo. Per un certo periodo il calcio italiano ha pagato il fatto di non puntare abbastanza sui giovani, ma adesso le cose stanno cambiando, molte squadre hanno stadi di proprietà e questo fa la differenza, speriamo che anche il Cagliari al più presto raggiunga questo obiettivo».

L’attaccante livornese ha poi parlato del suo rapporto coi tifosi: «Il rapporto coi tifosi del Cagliari è ottimo, poi è normale che in generale per i tifosi se vinci sei un campione, ma se sbagli devi andare in miniera, ci vorrebbe un po’ più di obiettività, capire che anche quando la squadra perde non tutti hanno fatto male, ma è comprensibile che si va allo stadio per divertirsi e ci si aspetta che la propria squadra vinca sempre. Il Cagliari è una bella squadra ora, diverte, niente prime donne, Radja è il protagonista, in campo è carismatico, ma con noi è umile, c’è un grande equilibrio in questo momento».

Nessun tipo di scaramanzia per Pavoletti: «Non faccio gesti scaramantici, e non ho amuleti o cose del genere, io guardo come è andata la settimana, se mi sono allenato bene, se sento di aver fatto del mio meglio so che la partita andrà bene. Non ci sono partite che vorrei rigiocare conclude Pavoletti – anche quelle dove ho sbagliato, ormai quelle fanno parte del passato, preferisco pensare alle prossime e concentrarmi su quelle».

Abel invece racconta della sua difficile scelta: lasciare il suo paese e la sua famiglia proprio quando suo padre stava male: «È stato proprio mio padre a dirmi di partire, di non abbandonare il mio sogno, che lui mi avrebbe sempre seguito e ho fatto bene perché a Cagliari mi sono trovato benissimo. Certo se mi chiamasse qualche grande squadra sarei contento- ammette il giovane- ma adesso sono concentrato a fare del mio meglio: il mio sogno è giocare col Cagliari in serie A».

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