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“Difendere le coste della Sardegna”: sono più di 10mila le firme raccolte dal Grig

legge urbanistica torre delle stelle

Il villaggio di Torre delle Stelle costruito a pochi metri dal mare

Sono già più di 10.000 le persone che hanno sottoscritto la petizione popolare lanciata dal Grig per la salvaguardia delle coste sarde rivolta al Ministro per i beni e attività culturali e turismo, al Presidente della Regione autonoma della Sardegna e al Presidente del Consiglio regionale sardo con la richiesta di mantenimento dei vincoli di inedificabilità nella fascia dei 300 metri dalla battigia marina, stabiliti dalle normative vigenti e dalla disciplina del piano paesaggistico regionale.

«Cittadini con le idee chiare: salvaguardare le coste della Sardegna significa difendere il proprio ambiente, la propria identità, il proprio futuro – commenta il Grig -. Concetti evidentemente difficili da comprendere per chi ha l’orizzonte limitato alla prossima competizione elettorale, come la gran parte della classe politica al governo isolano, ieri del centro-sinistra, oggi del centro-destra, compreso il velleitario indipendentismo d’obbedienza leghista.

«Davanti a un’abissale crisi economico-sociale, davanti a drammatiche problematiche come quella dell’abbandono scolastico che sta portando sempre più l’Isola a un futuro ignorante da manodopera dequalificata, davanti a un dissesto idrogeologico foriero di mille calamità innaturali, davanti a un contesto da terzo mondo nel settore dei trasporti – si legge in un comunicato stampa – il mondo politico sardo è capace di dare una sola risposta, sempre la stessa da decenni: cemento sulle coste con la pretesa di favorire il turismo.

«La Giunta regionale Solinas – sostiene il Grig – ha chiaramente manifestato le proprie intenzioni, rivendicando i pieni poteri sul paesaggio e adottando una proposta di legge per ampliare le ipotesi di aumenti volumetrici nella fascia costiera, compresa quella della tutela integrale dei 300 metri dalla battigia marina, in favore di qualsiasi struttura ricettiva (alberghi, residence, multiproprietà, ecc.), nonché per consentire “l’edificazione di fabbricati per fini residenziali nell’agro … anche ai non imprenditori agricoli o coltivatori diretti” in un fazzoletto di terreno agricolo, incentivando così speculazione edilizia e consumo del suolo, stravolgendo la pianificazione paesaggistica e urbanistica, nonchè scaricando sulla collettività i costi ingenti per le necessarie opere di urbanizzazione. Riprendere la speculazione immobiliare lungo le coste è un intento ottuso e autolesionista: si tratta della parte più pregiata del patrimonio ambientale e paesaggistico isolano, il fondamentale richiamo turistico, elemento di grande importanza per un’economia locale sempre più disastrata, grazie soprattutto alla mancanza di efficaci interventi nei settori nevralgici dei trasporti e della politica scolastica».

«Per migliorare l’offerta turistica sembrano prioritarie altre iniziative – sottolinea l’assocaizione ecologista-ambientalista – a iniziare dal radicale miglioramento dei collegamenti aerei e navali in regime di continuità territoriale o comunque attraverso meccanismi di abbattimento dei costi per i non residenti, continuando con una politica efficace delle aree naturali protette e dei beni culturali per ampliare offerta e stagione turistica (per esempio, l’istituzione del parco naturale della Giara in connessione con l’area archeologica di Barumini, itinerari eno-gastronomici e culturali locali), per finire con la promozione di veri e propri “pacchetti turistici” specifici per mète ed eventi (es. S. Efisio, Carnevale, Pasqua, Candelieri, turismo naturalistico, ciclo-turismo, ecc.) nell’ambito di una politica di promozione turistica degna di questo nome, cosa che la Sardegna non ha mai avuto».

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