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Poveri sempre più poveri, ricchi sempre più ricchi: l’1% degli italiani detiene il 30% della ricchezza

Povertà e ricchezza - immagine simbolica della disuguaglianza sociale (Pixabay)

Povertà e ricchezza - immagine simbolica della disuguaglianza sociale (Pixabay)

La disuguaglianza cresce a dismisura nel mondo e l’Italia non fa eccezione, anzi.

I dati pubblicati oggi da Oxfam ci dicono che l’1% degli italiani (circa 600.000 persone), possiedono una ricchezza maggiore di quella distribuita tra il 70% della popolazione più povera.

Una situazione in netto peggioramento quella registrata nell’ultimo decennio, contrassegnato dalla crisi quasi irreversibile del mondo occidentale. Chi se la cava peggio sono i poveri figli dei poveri, le donne e i giovani in generale, complice un mercato del lavoro che, seppure in ripresa, non garantisce lavori stabili ed equamente retribuiti. 

«L’edificio sociale ha un pavimento e soffitto “appiccicosi” – si legge in un comunicato di Oxfam Italia – 1/3 dei figli di genitori più poveri, sotto il profilo patrimoniale, è destinato a rimanere fermo al piano più basso (quello in cui si colloca il 20% più povero della popolazione), mentre il 58% di quelli i cui genitori appartengono al 40% più ricco, manterrebbe una posizione apicale. I giovani italiani che ambiscono a un lavoro di qualità devono fare oggi i conti con un mercato profondamente disuguale, caratterizzato, a fronte della ripresa dei livelli occupazionali dopo la crisi del 2008, dall’aumento della precarietà lavorativa e dalla vulnerabilità dei lavori più stabili. Oltre il 30% degli occupati giovani guadagna oggi meno di 800 euro lordi al mese. Il 13% degli under 29 italiani versa in condizione di povertà lavorativa«.

«Un quadro d’insieme – si legge ancora – contraddistinto da carenze nell’orientamento, debolezze sistemiche nella transizione dalla scuola al mondo del lavoro, da un arretramento pluridecennale dei livelli retributivi medi per gli occupati più giovani, dalla sotto-occupazione giovanile, da un marcato scollamento tra la domanda e l’offerta di lavoro qualificato che costringe da anni tanti giovani laureati ad abbandonare il nostro Paese in assenza di posizioni lavorative qualificate e di prospettive di progressione di carriera. Tanti giovani italiani non studiano né lavorano, tanti lavorano per una paga risibile, meditando di partire in cerca di un futuro migliore. Servono interventi efficaci, per fare in modo che le giovani generazioni non siano lasciate indietro e al contrario siano, come è giusto, una risorsa per il nostro Paese. I giovani italiani reclamano un futuro più equo e aspirano a un profondo cambiamento della società, non più lacerata da disparità economico-sociali, ma più equa, dinamica e mobile: abbiamo la responsabilità di ascoltare le loro richieste».

La situazione mondiale è ancora più grave. In generale, i 2.153 miliardari più ricchi del pianeta detengono ormai più soldi di quanti ne possiede il 60% della popolazione mondiale. Una concentrazione della ricchezza che è soprattutto a scapito delle donne, le prime vittime della disuguaglianza.

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