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Dalla pulizia di una panchina alla nascita di un progetto per sensibilizzare i cittadini al senso civico

panchina

Articolo di Laila Di Naro.

Non le andava bene quella scritta volgare sulla panchina in viale Poetto che recitava: “Salvini merda”. Non ne ha fatto una questione politica, ma di senso civico e di educazione. Monica Loriga, 49 anni, casalinga doc, mamma e moglie attenta non ha perso tempo. Si è armata di solvente e spazzola e ha pulito la panchina. Sola, con il suo fare perbene e il rispetto verso il prossimo. «L’idea di ripulirla- conferma – mi è venuta d’impeto. Mi sono informata su cosa avrei potuto usare e l’ho fatto. Quella scritta era lì da settimane e sicuramente sarebbe rimasta lì ancora per molto tempo». Chiaramente non è una cosa che si può fare in modo cosi semplice, spiega, ha rappresentato un po’ una provocazione rispetto all’idea di un progetto, già attivo in moltissime città italiane.

Un progetto che stai pensando di attivare anche qui a Cagliari?

Assolutamente sì. Si tratta di qualcosa che darebbe concretezza a tutti quei cittadini che vogliono veramente essere attivi; un progetto che vorrei fortemente far partire anche nella nostra città.

E l’idea da dove nasce?

Da qualche mese mi sto interessando con maggior attenzione alle piccole problematiche della città per segnalare problemi di decoro urbano, di malfunzionamenti e piccole criticità delle quali sembra che nessuno si accorga mai.

Monica, con il suo amico Walter Grisolia, a novembre ha creato LA MIA CAGLIARI, un gruppo Facebook che ad oggi vanta già quasi 5000 iscritti. «La finalità di questo gruppo è quella di riunire i cittadini che vogliono essere attivi, cioè che non si girano dall’altra parte quando notano qualcosa che non va, ma forniscano un aiuto concreto all’amministrazione per risolverle. Spesso gli uffici competenti non ne sono a conoscenza. Per questo motivo il consiglio dato è quello di fare una foto e inviarla al numero Whatsapp dell’URP del Comune di Cagliari (3290582872) che provvede poi a smistare agli uffici competenti. Poi creare un post e pubblicarlo sul gruppo. In questo modo tutti potranno seguirne gli sviluppi. Non sono ammessi insulti».

Monica ormai è diventata un riferimento a Cagliari e precisa: «Ho capito che è difficilissimo che si intervenga con celerità perché la macchina burocratica stritola non solo i cittadini ma anche l’amministrazione e da qui è nata l’idea di capire come noi cittadini potessimo intervenire per aiutare concretamente a migliorare la città in cui viviamo. Ho capito che noi tutti possiamo fare molto». Ma al tempo stesso ci sono dei limiti: «E’ vero – afferma-  paghiamo le tasse e dovremmo avere tutti i servizi senza implorarli ma non è così per tanti motivi. Invece di continuare a “murrungiare” (protestare, ndr) come diciamo noi cagliaritani, ho capito che possiamo fare e collaborare con le istituzioni per far ri-crescere il senso civico che naturalmente dovrebbe appartenerci. La città ci appartiene, sono certa che si possa riuscire a recuperare il degrado di certe situazioni, che si possa ricominciare a favorire la rinascita del senso civico, ma solo attraverso la collaborazione tra cittadini e istituzioni».

Come ti stai muovendo?
Ho preso contatto con due importanti realtà di volontariato che operano già in moltissime città italiane e stiamo muovendo i primi passi affinché anche a Cagliari si possano attivare dei progetti concreti.

Cioè?

Da una parte introdurre un regolamento che consenta una collaborazione fattiva e concreta tra istituzioni e cittadini e che permetta a questi ultimi di condividere la cura dei beni comuni, in sostanza di prendersi cura di quella parte del territorio che, per un motivo o per l’altro, risulta “abbandonato”. A seguire gli interventi concreti dei cittadini che desiderano vivere in una città in cui regni legalità, rispetto delle regole e quel senso di comunità ormai perduto. Per restituire un po’ di decoro ad una strada basta veramente poco: un raschietto per togliere tutti gli adesivi e le affissioni su muri, pali ed altro (tutte abusive ex c.p.); una spugna e un po’ di solvente per le scritte vandaliche. Sono certa che potremmo fare grandi cose partendo dalle piccole…..come ho fatto io con la panchina!

 

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