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Intervista a Nino Buonocore, in concerto a Cagliari: «Qui mi sento a casa mia»

Le note jazz nel cielo di Cagliari. Nino Buonocore in concerto al Bflat ha ripercorso la sua carriera in una serata per veri intenditori della musica. Il cantautore napoletano, classe 1958, infatti ha regalato agli spettatori uno spettacolo di classe, insieme alla band composta da Antonio Fresa (piano), Antonio De Luise (contrabbasso) e Amedeo Ariano (batteria).

Dagli anni Settanta fino al Duemila, un repertorio ricco per un artista che nell’Isola, giunto per la prima volta, ha ritrovato tutto il calore partenopeo. «Io qui mi sento a casa» il commento in tranquillità dell’artista «ho girato tutta l’Italia ma devo dire che quando tocco tappa come queste, nel Meridione, mi sento sempre a mio agio. Usiamo un linguaggio molto simile, io e questa terra».

Nino Buonocore al Bflat: « Qui come casa mia»

Il salotto di via del Pozzetto accoglie il cantautore campano in un’atmosfera intima e accogliente. E il pubblico cagliaritano si gusta le delizie del suono jazz in tutta calma, accompagnando l’artista nel suo “cammino”. «Per me cantare in questi ambienti è una cosa molto bella – le parole di Buonocore – la musica è un momento di grande socializzazione. Mi fa sentire a casa mia, durante le serate tra amici ».

Un viaggio nel passato musicale

Una carriera lunga e ricche di tappe, quelle della maturità artistico – professionale, per Nino Buonocore. E a Cagliari gli spettatori, amanti del genere, hanno viaggiato con la mente nel passato, almeno nel corso del concerto – o meglio, per dirla ‘alla Nino’, “incontro” –  riscoprendo, forse, nel cassetto dei ricordi capitoli di vita che non ricordavano più. «Mai nutrirsi di nostalgia però – sorride Buonocore – tutto quello che si fa nella vita ti serve come bagaglio per andare avanti».

«Gli artisti? Disadattati. Nella vita mai precludersi niente»

E Nino di ciò che stato ha un concetto ben preciso. Valido per se stesso, ma forse anche per tanti altri: «Il mio passato è legato a un momento preciso della mia vita in cui ero Nino di quel tempo. Oggi sono cambiato, ma ciò che ho fatto è  stato con disincanto. Le soddisfazioni arrivano dalle cose che fai con grande naturalezza».  La vita vista come percorso, in cui tutto ti si può presentare davanti, in maniera sempre imprevedibile: «Noi non ci dobbiamo precludere niente. Gli artisti, a mio parere sono disadattati. Parliamo di noi alla nostra maniera, con il nostro linguaggio. Come la gente scrive il diario, così noi scriviamo le canzoni ».

La scrittura nell’era della tecnologia: «Un calore che la tastiera non può trasmettere»

Sotto le note dei suoi brani intramontabili, Nino Buonocore ha raccontato la vita nella sua quotidianità. Dai problemi sociali, sino all’amore, quello fatto degli aspetti più semplici. E così, quando ha suonato “Scrivimi”, canzone del 1990 e ‘coverizzata’ da numerosi artisti,  il pubblico si è innamorato di nuovo.  Ma nell’epoca del digitale e della tecnologia per Buonocore, e forse tanti come lui, tenere una penna in mano conserva sempre il suo aspetto magico. «Prendere un foglio pentagrammato è un movimento del corpo, trasmette il calore che la fredda tastiera non può fare».

A Cagliari le note del jazz: «Le contaminazioni? Ben vengano, se nascono spunti positivi»

A Cagliari Nino ha raccontato se stesso, la sua vita, con gli occhi chiusi e nella massima concentrazione: «Ogni concerto lo dedico a me stesso. Ma cantare per gli altri diventa automatico. Lo spettacolo è insito nella musica». Momento fondamentale per la carriera dell’artista è il suo incontro con il jazz e le collaborazioni con Chet Baker e James Senese , tra i vari, ne è un emblema: «Già con “Rosanna “ del 1987 si iniziava a vedere un cambiamento del mio stile. Ma oggi il jazz è profondamente contaminato. Ma la contaminazione ben venga quando ci sono spunti positivi e si innescano processi di innovazione».

Il futuro per Nino? : «Voglio solamente divertirmi»

Tra passato e presente, Nino Buonocore ha rivissuto e condiviso con il pubblico le tante tappe del suo percorso di artista. E allora, ecco che, quasi inevitabilmente, il suo pensiero va verso il futuro. «Io credo di avere esaudito ogni desiderio. Ho ottenuto tutto, con i miei dischi e le mi è collaborazioni. Ora voglio solo divertirmi».

 

 

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