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Grande successo a Cagliari per l’omaggio a Chet Baker con Paolo Fresu

Tempo di CHET. La versione di Chet Baker: è cominciata mercoledì al Teatro Massimo di Cagliari la cinque giorni di Paolo Fresu dedicata al grande trombettista con lo spettacolo teatrale che ripercorre la vita del grande jazzista americano. Oggi e domani ultimi spettacoli: oggi alle 20,30 e domani alle 19. Ieri l’incontro con musicisti e attori alla Fondazione di Sardegna.

Il musicista di Berchidda (che ha rivelato di aver incontrato emozionatissimo tanti anni fa Chet Baker in un festival jazzistico a Sanremo) sarà impegnato alla tromba e al flicorno. Con lui Dino Rubino – piano e Marco Bardoscia – contrabbasso.

Uno spettacolo straziante e realistico (Foto di Maria Concetta Dentoni) che ha deliziato il pubblico del Teatro Massimo, strapieno.

Chet Baker, uno dei miti musicali più controversi e discussi del Novecento, rivive grazie alla musica di Paolo Fresu e a un cast di otto attori in uno spettacolo scritto da Leo Muscato e Laura Perini.
Tempo di CHET. La versione di Chet Baker nasce dalla fusione e dalla sovrapposizione tra scrittura drammaturgica e partitura musicale, crea un unico flusso organico di parole, immagini e musica per rievocare lo stile lirico e intimista di questo jazzista tanto maledetto quanto leggendario.

La regia di Leo Muscato modula l’incessante oscillare tra passato e presente, che fa affiorare fatti ed episodi disseminati lungo l’arco dell’esistenza di Chet Baker, da quando bambino suo padre gli regalò la prima tromba, fino al momento prima di volare giù dalla finestra di un albergo di Amsterdam.
«Ogni apparizione apre il sipario su una fase della vita dell’artista, che ha passato molti periodi lavorando e vivendo in vari luoghi d’Italia, facendo emergere anche il sapore di epoche diverse, di differenti contesti socioculturali e visioni del mondo. Si delinea la figura del grande trombettista, che fra sogni, incertezze, eccessi ha segnato una delle pagine più importanti della storia della musica» commenta il regista.
«Se la sua vita e la sua morte sono ancora oggi avvolte dal mistero, la sua musica è straordinariamente limpida, logica e trasparente, forse una delle più razionali e architettonicamente perfette della storia del jazz» riflette Fresu «Ci si chiede dunque come mai la complessità dell’uomo e il suo apparente disordine abbiano potuto esprimersi in musica attraverso un rigore formale così logico e preciso».

Oggi e domani nuovo spettacolo al Massimo.

Ieri pomeriggio la compagnia ha incontrato il pubblico alla Fondazione di Sardegna, in via San Salvatore da Horta, a Cagliari.

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