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Magomadas, incendio all’impianto dei fanghi, il titolare: «Ecco il risultato delle bugie»

Si sfoga il titolare della Geco s.r.l., Leonardo Galleri che ha già messo tutto in mano ai Carabinieri di Bosa: «Per ora posso solo dire che fortunatamente la gente sta cominciando a capire. Dopo le minacce pesanti, ora arriva la solidarietà. Ci stanno offrendo dei gruppi elettrogeni nuovi per sostituire quelli andati a fuoco. Addirittura vogliono organizzare una colletta».

Due giorni fa, intorno alle 22.30 nell’impianto che tratta i fanghi dei depuratori per trasformarli in concime, si è sviluppato un incendio che ha distrutto i gruppi elettrogeni. L’incendio è di probabile natura dolosa, indagano i Carabinieri.
Due settimane fa era scoppiata la polemica per un video messo in rete da Mauro Pili che accusava l’impianto di inquinare, di raccogliere rifiuti tossici da altre regioni italiane. Questo, aveva scatenato migliaia di commenti negativi e addirittura minacce contro l’azienda e gli operai stessi.

«Abbiamo subito 50mila euro di danni e non siamo assicurati – spiega Galleri- perché è molto difficile trovare polizze che coprano i rischi e i danni per questi macchinari. Quello che mi dispiace è che gli operai ora vivono in un clima di tensione, ci sono in ballo posti di lavoro e la sicurezza della persone».

Il titolare dell’azienda afferma di avere tutte le carte in regola per svolgere la sua attività, che viene regolarmente controllata dagli organi preposti ed è munita di tutte le autorizzazioni, e dopo tutto il polverone sollevato dall’ex governatore Pili avrebbe già chiuso i battenti. I Carabinieri di Bosa confermano che ci sono le indagini in corso, e che il danno ammonta a circa 50-60mila euro, ma di più non fanno trapelare.

«Ora è tutto in mano ai Carabinieri, anche i video delle telecamere di sorveglianza, spero che si faccia luce al più presto su questa storia, e che possiamo tornare a lavorare serenamente- ha concluso il titolare della Geco- resta il fatto che Pili continua ad alimentare le polemiche. Mezz’ora dopo che è scoppiato l’incendio ha pubblicato un video in cui si scriveva “La nube putrida nell’accampamento dei fanghi fognari”, quando a prendere fuoco non sono certo i fanghi, che sono bagnati, ma alcune apparecchiature. E il nostro non è un accampamento, ma un’azienda attiva, che dà lavoro a 8 persone e munita di tutte le autorizzazioni».

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