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Pedofilia online e pedopornografia: i dati allarmanti diffusi dalla Polizia Postale

pedopornografia

In uno scenario nel quale la continua evoluzione tecnologica influenza ogni azione del nostro vivere quotidiano, lo sforzo della Polizia Postale e delle Comunicazioni nell’anno 2019 è stato costantemente indirizzato alla prevenzione e al contrasto della criminalità informatica in generale, con particolare riferimento ai reati di sua precisa competenza.

Il ritmo frenetico delle innovazioni tecnologiche e dei nuovi mezzi di comunicazione, conseguenti alla diffusione di Internet su larga scala e, in particolare, la progressiva diffusione di smartphone e tablet tra i minori, sono solo alcuni degli elementi che agevolano le forme di aggressione in rete verso l’infanzia e l’adolescenza, determinando, di conseguenza, un notevole incremento non solo di reati che vedono coinvolti i minori online, quali la pornografia minorile e il cyberbullismo, ma anche della diffusione di altre forme di aggressione nei loro confronti, come le condotte autolesioniste, le cosiddette challenge (es.: Blue Whale, Binge Drinking), etc.

Considerato che uno degli aspetti propri del web che caratterizzano tali fenomeni, nonché tutte le comunità virtuali, è l’assenza di confini e, quindi, la sovranazionalità, che implica la presenza di utenti che si connettono dall’estero con server attestati in altri Paesi, l’attività di cooperazione internazionale, instaurata nel corso degli anni dal Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online (C.N.C.P.O.) tramite EUROPOL e INTERPOL, sia con paesi dell’UE, sia extraeuropei, è di assoluta importanza, in quanto consente uno scambio info investigativo, nonché di condivisione di nuove tecniche di indagine e buone prassi nella materia.

In tale contesto, di assoluto rilievo risulta il ruolo svolto dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni, in particolare, nell’ambito dei reati relativi allo sfruttamento sessuale dei minori online. Nell’anno in corso sono state indagate 650 persone.  Le indagini relative al fenomeno dell’adescamento di minori online, invece, hanno consentito di indagare 180 soggetti.

Tra le citate attività di polizia giudiziaria, sono state eseguite 8 operazioni di particolare rilievo, condotte dagli Uffici territoriali della Specialità e coordinate dal Centro, alcune delle quali svolte in modalità sotto copertura online e scaturite da segnalazioni pervenute nell’ambito dell’attività di cooperazione internazionale svolta dal C.N.C.P.O. che, complessivamente, hanno consentito di indagare in stato di libertà 151 soggetti.

Un fenomeno particolarmente insidioso che ha fatto breccia tra giovani e giovanissimi è rappresentato dagli sticker, fenomeno in crescente diffusione, che consiste nella condivisione, sulle piattaforme di messaggistica istantanea, di adesivi digitali gratuiti, a contenuto offensivo, violento, discriminatorio, antisemita, nonché pedopornografico.

Le piattaforme di messaggistica istantanea hanno offerto agli utenti la possibilità di utilizzare, accanto a emoji (simboli pittografici, simili agli emoticon e utilizzati negli SMS, nelle e-mail, nonché nei social), pacchetti di sticker messi a disposizione dai sistemi di messaggistica istantanea che offrono la possibilità di crearne di personalizzati e modificati ricavandoli da fotografie reali, tramite diverse “Applicazioni” gratuite, disponibili per IOS e Android.
Negli ultimi tempi, questo tipo di servizio sta ricevendo il consenso degli utenti preadolescenti e adolescenti, i quali, tuttavia, spesso ne fanno un uso improprio, diffondendo adesivi digitali dai contenuti illeciti (pedopornografici, xenofobi, discriminatori, etc.) ed esponendosi a responsabilità penali relative alla diffusione e divulgazione di materiale pedopornografico.

Attualmente sono stati rilevati 7 casi di sticker trattati da questa Specialità, conclusisi con altrettanti minori indagati per diffusione e detenzione di materiale pedopornografico.

Inoltre, tra le indagini più significative avviate direttamente dal Centro nell’ambito dei reati di sfruttamento sessuale dei minori, si segnala una complessa operazione, svolta in modalità sotto copertura online nelle Dark Net, che ha consentito di trarre in arresto un 60enne per detenzione di materiale di sfruttamento sessuale dei minori, aggravato dall’ingente quantità, dall’utilizzo di mezzi di anonimizzazione e criptazione, nonché dalla particolare violenza di alcune immagini rinvenute, raffiguranti abusi sessuali su minori anche in tenerissima età. L’uomo è risultato di particolare interesse, anche a livello internazionale, per i ruoli di amministratore e moderatore che nel tempo ha ricoperto nelle comunità virtuali pedofile.

ATTIVITÀ PIÙ RILEVANTI EFFETTUATE DAL COMPARTIMENTO POLIZIA POSTALE E DELLE COMUNICAZIONI DI CAGLIARI E DALLE SEZIONI DI SASSARI NUORO E ORISTANO:

Arresto di una persona abitante a Cagliari resasi responsabile del reato di adescamento di due minori di anni 10 attraverso la chat del gioco “playstation” con successivi contatti che si sono trasferiti sull’applicativo di messaggistica istantanea “whatsapp”.

Nel corso di questi contatti l’adescatore ha chiesto ai minori l’invio di foto riproducenti i loro organi genitali ed invitato uno dei due minori a presentarsi in una casa abbandonata in località Su Planu. Dopo la perquisizione personale locale ed informatica eseguita nei confronti dell’adescatore e delle conseguenti attività tecniche, è stata accertata la presenza (nella memoria dei dispositivi digitali a lui in uso) di una ingente quantità di file immagine e video dal contenuto fortemente pedopornografico nei quali sono coinvolti infanti e minori, anche di età compresa tra i tre e i dodici anni, di sesso maschile e femminile, violati in rapporti sessuali completi, anche da adulti e ciò ha permesso di arrestarlo in flagranza per il reato di detenzione di ingente quantità di materiale pedopornografico.

Denuncia di un soggetto residente nel nuorese ma domiciliato in provincia di Sassari per motivi di lavoro, il quale tramite il social Instagram (creando un falso profilo riconducibile ad un noto marchio di biancheria intima) ha adescato una minore, proponendole di partecipare ad un contest ovvero ad un concorso in cui si dovevano inviare delle foto in intimo, con la prospettiva di poter vincere prodotti della nota linea di biancheria intima. L’attività di indagine ha consentito di identificare l’autore del reato e la perquisizione eseguita nei suoi confronti ha permesso di rinvenire, sui suoi dispositivi digitali, un vero e proprio archivio contenente circa mille file immagini di natura erotica/pornografica relative a ragazze (verosimilmente maggiorenni e, in alcuni casi, anche minori di anni 18) che il predetto ha ottenuto fingendosi anche fotografo specializzato in foto artistiche e di nudo. In alcuni casi si tratta di veri e propri book fotografici con immagini in intimo e di nudo “artistico”.

Denuncia di cinque soggetti residenti in varie città italiane (Udine, Cassano delle Murge, Bari e Fiastra) resisi responsabili del reato di ricettazione. L’attività investigativa, svolta da questo Compartimento, è nata dalla denuncia dei titolari di due distinte ricevitorie della Sisal del cagliaritano, i quali sono stati indotti, con artifizi e raggiri, ad eseguire delle operazioni di ricarica, processate sui vari circuiti abilitati dalla piattaforma Sisal (Paysafecard, Ticket Premium, Poste Italiane, Amazon e Lottomatica Servizi) per un totale di circa 18mila euro. I denuncianti hanno riferito di essere stati contattati telefonicamente da soggetti, presentatisi quali tecnici della società Sisal, i quali prima hanno chiesto che fossero spenti i terminali informatici Sisal per consentire l’aggiornamento del sistema, simulandone un malfunzionamento, e successivamente hanno indotto le loro vittime ad eseguire numerose operazioni (poi rivelatesi principalmente delle ricariche di carte prepagate) assicurandole che non sarebbero state contabilizzate. Attraverso una complessa attività investigativa di natura tecnica, si è accertato che le somme sottratte sono state utilizzate per eseguire ordini di pagamento a favore di società che operano nel settore dei servizi di cambio valuta virtuale (bitcoin) riuscendo ad identificare e denunciare alla Procura della Repubblica di Cagliari, cinque soggetti risultati i beneficiari finali delle somme sottratte fraudolentemente alle due ricevitorie della Sisal.

Denuncia di un trentaduenne residente in provincia di Firenze, resosi responsabile del reato di corruzione e adescamento di minorenne. L’attività investigativa, svolta da questo Compartimento, nasce a seguito di delega della locale A.G. ed ha consentito di identificare il soggetto maggiorenne che ha adescato online un minore degli anni otto, tramite la chat del video gioco denominato “Clash of Clans”. I contatti con il minore si sono successivamente trasferiti sulla nota piattaforma di messaggistica istantanea “WhatsApp”, attraverso la quale l’adescatore ha inviato al minore messaggi a sfondo sessuale chiedendogli l’invio di foto di parti intime. A seguito di perquisizione personale e locale eseguita dal Compartimento della Polizia Postale di Firenze nei confronti del trentaduenne, sono stati rinvenuti e sequestrati dispositivi digitali (due smartphone) dal cui esame si è avuta conferma dei contatti con il minore nonché sono state rinvenute numerose chat a sfondo sessuale intercorse con altri utenti al momento non ancora identificati ma potenziali ulteriori vittime.

In sintesi è stata tratta in arresto una persona per detenzione di materiale pedopornografico; sono state denunciate alle A.G. 279 persone per vari reati e, in particolare: 20 per reati di adescamento di minorenni, detenzione e divulgazione di materiale pedopornografico; 44 per reati di minacce e diffamazioni consumate attraverso la rete internet; 187 per reati legati al financial cyber crime.

Sono in corso di conclusione ulteriori rilevanti attività investigative.

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