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Accadde oggi. I fascisti uccidono i fratelli Fois a Portoscuso il 29 dicembre 1922

Era il 29 dicembre 1922 quando Luigi e Salvatore Fois, battellieri di Portoscuso, furono uccisi da un gruppo di fascisti provenienti da Iglesias. L’isola intera reagì con sdegno e paura, per la prima volta si comprendeva appieno la violenza dei metodi usati dal fascismo per imporsi al potere.

Ma andiamo un po’ indietro nel tempo. La Portoscuso degli anni Venti era un piccolo centro agricolo ma assolveva ad un’importante funzione industriale in quanto era capolinea della ferrovia che lo congiungeva ai cantieri minerari. C’erano inoltre numerose attività – tra le quali una grande centrale termica che doveva servire per l’energia elettrica necessaria alle attività industriali –, ciò aveva fatto sì che ci fosse un gran numero di operai. Molti erano battellieri che si occupavano del trasporto di minerali dalla banchina alle imbarcazioni ancorate fuori dal porto. La maggior organizzazione operaia sindacale era la Federazione battellieri, di orientamento politico socialista. A capo della Federazione – già da tempo nel mirino dei fascisti –, i due fratelli Fois.

Luigi Fois entrò poi nella nuova amministrazione comunale socialista, vittoriosa alle elezioni amministrative del 17 ottobre 1920. Il movimento fascista cominciava a prendere piede nell’isola, e iniziarono le prime spedizioni punitive. Il fascismo, accanito contro il socialismo, era intenzionato ad abbatterlo a costo di spargere del sangue. Apparve quasi subito chiaro che, per buttare giù l’amministrazione comunale socialista, fosse necessario eliminare la Federazione Battellieri.

La prima spedizione punitiva contro i Fois, organizzata nel giugno del 1921, fu solo intimidatoria. Non ci furono morti, solo minacce e promesse. La seconda, quella del 1922, il 29 dicembre, fu la decisiva.

Al funerale, i fascisti non permisero a nessuno di stare nel corteo funebre. Neppure la madre poté stare vicino ai propri figli.

Ricordiamo che i maggiori colpevoli dell’uccisione dei fratelli Fois vennero processati nel 1924 e condannati dal Tribunale di Cagliari. Pochi anni più tardi, però, grazie all’intervento del governo fascista, ottennero la liberazione.

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