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Cagliari, furbetti della Tari: giro di vite, il Consiglio vota la mozione antievasione all’unanimità

Rifiuti abbandonati in via Magellano a Sant'Elia

Un semplice censimento, effettuato nel 2017 dall’Associazione Temporanea d’Imprese (ATI), aggiudicataria dell’appalto per il servizio della raccolta dei rifiuti, è stato sufficiente per individuare e protocollare circa 15 mila istanze, 15 mila Tari non pagate i cui mastelli sono ancora in magazzino. Il problema è l’accertamento, perché gli uffici comunali, prima di poter riscuotere le somme evase ed esigere il pagamento regolare della tassa sui rifiuti, devono procedere con un iter di accertamento lungo e complesso.

Secondo quanto si legge nel teso della mozione approvata mercoledì scorso, ma redatta a settembre, da gennaio 2018 a fine settembre 2019 solo 4.177 sono le pratiche di accertamento concluse. Che hanno portato al recupero di 7milioni e mezzo di euro di pagamenti pregressi e ogni anno porteranno nelle casse comunali oltre 2milioni di euro di Tari.

«Il problema – spiega Raffaele Onnis, presidente della Commissione Ambiente e promotore della mozione- è che per arrivare all’accertamento di poco più di 4mila evasori, c’è voluto oltre un anno e mezzo. Secondo i nostri calcoli di questo passo ci vorrebbero almeno 50 mesi per accertare tutti gli altri 10mila casi. Con un danno economico per il Comune e per tutti i cittadini virtuosi, incalcolabile».

Attualmente per la riscossione della TARI, gli Uffici Tributi possono fare affidamento sulla disponibilità del personale interno di 6 impiegati, 1 tecnico informatico e 1 funzionari, che con la loro attività istruita fino ad oggi, hanno portato un indotto quantificabile nella media di 1,2
milioni per ogni dipendente impiegato. Nella mozione si chiedeva di implementare il numero delle risorse umane necessarie, attraverso prestazioni di servizio esterne, che sarebbero state pagate dal recupero delle tasse evase.

«L’obiettivo è quello di riuscire – prosegue il presidente della commissione Ambiente – a portare a compimento, entro 12 mesi, la fase procedurale fino ad ora solo in parte istruita, e individuare tutti o quasi, gli evasori. Inoltre abbiamo chiesto che venga promossa una campagna di informazione e sensibilizzazione che spinga chi ancora non si è messo in regola a farlo, perché la stima dei 15mila evasori e sicuramente una stima per difetto».

La mozione è stata approvata all’unanimità anche perché oggettivamente i fondi che si potrebbero recuperare verrebbero reinvestiti per migliorare il servizio e soprattutto perché la continua tendenza degli evasori a lasciare i rifiuti per strada e la formazione di continue mini discariche abusive, implica per la casse comunale un’ulteriore spesa extra non prevista nei costi dell’appalto, ma necessaria per evitare i gravi rischi ambientali e per la salute pubblica.

«Questa mozione è un’azione di contrasto alla più grande piaga della nostra società: l’inciviltà – conclude Raffaele Onnis, dei Riformatori- che col tempo si riuscirà a sradicare e tutti pagheranno, come è giusto che sia. Ovviamente, devono essere tutelate le classi più deboli, dove la situazione è da un punto di vista sociale ed economico problematica, è indispensabile andare incontro alle situazioni difficili. Ma non è più tollerabile che i “furbetti” la passino liscia e i cittadini onesti, oltre che pagare, debbano sopportare il degrado creato da questi incivili».

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