Lo sconfitto delle ultime elezioni regionali sarde del febbraio scorso, Massimo Zedda, torna a parlare pubblicamente con un post su Facebook in cui boccia senza possibilità di appello l’operato dei primi nove mesi della Giunta Solinas.
«Domenica 24 novembre – scrive l’ex sindaco di Cagliari – sono trascorsi nove mesi dalle elezioni regionali. Ho sempre pensato, anche se si parla di avversari, che criticare e opporsi in modo preconcetto non sia giusto. Ci siamo confrontati e scontrati durante la campagna elettorale, ma i cittadini hanno scelto un altro Presidente e soprattutto un’altra proposta di governo per la nostra amata isola. Oggi, nonostante non sia trascorso ancora un anno dall’insediamento e senza venir accusati di essere contro per partito preso o avere pregiudizi non fondati su fatti reali, credo che si possa iniziare una valutazione sul Presidente, sulla Giunta regionale e su ogni assessore».
«La legislatura – esordisce Zedda – è iniziata con il Presidente della Regione in palese contrasto con l’ordinamento e in una condizione di evidente violazione di legge. Per mesi è stato Presidente e contemporaneamente Senatore, abbiamo dovuto denunciare lo stato d’incompatibilità tra i due ruoli per portarlo alle dimissioni dal Senato. Per mesi la giunta era incompleta con soli 6 assessori nominati su 12, una sola donna, in violazione delle norme sulla parità di genere e della legge 1 che definisce la composizione degli assessorati; per mesi non c’è stato un vicepresidente che la legge, a tutela dell’istituzione, prevede come figura obbligatoria».
«In campagna elettorale e poco dopo le votazioni – prosegue il capo dell’opposizione in Consiglio regionale – le parole del Presidente furono d’impegno per la formazione di una giunta di altissimo livello e la conseguente ricerca di assessori di altissimo profilo. Il risultato è sotto gli occhi di tutti, gli assessori non sono tutti uguali, ma pare che il peggio di loro abbia contagiato anche i pochi, pochissimi, buoni e volenterosi. Un contagio senza antidoto‘.
«Dopo 9 mesi – attacca ancora – non risulta un indirizzo, una riunione, un foglio di carta trasmesso a un ufficio sul tema strategico delle politiche europee, nonostante la fase di nuova programmazione 2021 – 2027, con la relazione interlocutoria del Parlamento europeo, sia stata approvata il 14 novembre 2018 e il Parlamento italiano abbia già elaborato schede e indirizzi dal 24 gennaio 2019 e sia intervenuto più volte sulla materia nei mesi successivi. E il Presidente della Regione? Niente! Perché lavorare è stancante. In 9 mesi di attività abbiamo assistito a proclami di ogni genere e tipo, annunci di varia natura, ma non un provvedimento è stato istruito per affrontare una delle tante vicende che riguardano la Sardegna. Sembra che ci sia solo un’attività frenetica nel nominare persone, creare incarichi ad arte per i fedelissimi, in alcuni casi non rispettando le leggi. Osservare le norme sembra essere una cortesia e non un obbligo. Perché perdere tempo nel creare sviluppo? Tanto la Sardegna sta bene e i sardi non hanno niente di cui lamentarsi».
«Entro 180 giorni dall’insediamento del Consiglio il Presidente avrebbe dovuto portare in aula per l’approvazione “Il Piano regionale di sviluppo”, quasi due mesi di ritardo e non c’è traccia neanche di una bozza del Piano – rimarca l’ex primo cittadino del capoluogo -. È stata già annunciata, come se fosse una medaglia o un titolo del quale andare fieri, l’impossibilità di approvare la finanziaria per tempo. Questo porterà all’esercizio provvisorio che bloccherà per mesi e mesi la spesa della Regione, l’erogazione di finanziamenti e contributi, l’avvio di opere pubbliche, i bandi e tanto altro.È giusto non criticare in modo prevenuto, ma quando è troppo è troppo».