Come ogni anno, a novembre ricomincia in Sardegna la stagione della pesca dei ricci, uno dei frutti più prelibati del nostro mare, ma anche una specie a forte rischio estinzione dopo anni e anni di pesca sregolata.
La Regione Sardegna da qualche anno a questa parte ha adottato regole molto più severe per la pesca dei ricci, ma sempre più adesioni raccolgono le campagne di quanti decidono di astenersi completamente dal consumo dei preziosi echinodermi.
Tra questi c’è sicuramente QuiEtica l’associazione sarda che cerca di diffondere la cultura etica nel mondo lavorativo, fa imprenditori artigiani, liberi professionisti e valorizzare la cultura del popolo sardo creando una rete di collaborazione fra i soci.
Oggi QuiEtica ha lanciato la nuova campagna “I ricci mi piacciono in mare” (#iRicciMiPiaccionoInMare), volta all’astensione dal consumo dei ricci durante tutta la stagione.
La locandina della campagna contro il consumo di ricci di QuiEtica
«Dopo un anno di attese, speranze, richieste, contatti e collaborazioni, qualcosa è successo, ma non abbastanza spiega QuiEtica in una nota -. Quest’anno siamo ancora qui, per chiedere, a voi amici che lo scorso anno che ci avete sostenuto, di continuare la nostra battaglia e non mollare».
«I consumatori lo sanno, iristoratori lo sanno, i pescatori lo sanno, la Regione lo sa, l’assessora lo sa – dice QuiEtica -. Perché allora non si trova una soluzione che metta d’accordo tutti? Le soluzioni ci sono: studio della situazione attuale (in corso, ma richiede due anni), chiusura della pesca (tempo da definire), reimpiego dei pescatori su nuovi progetti, studio e sperimetazione di un piano di ripopolamento (un progetto già esistente che andrebbe implementato), collaborazione fra diversi attori, fra cui Regione, pescatori e Università».
E intanto su Facebook è stato creato il gruppo “Nessun riccio nel piatto” in cui ricevere notizie e aggiornamenti sulla campagna da parte di QuiEtica.