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(VIDEO) La musica sarda incontra quella senegalese: nasce Gegò Yegó, mix tra launeddas e percussioni

Da una parte un organetto diatonico e le launeddas; dall’altra sabar e tama, due strumenti a percussione africani, precisamente del Senegal. Tutti questi strumenti appartenenti a due culture e tradizioni musicali differenti, si sono uniti in un sound unico nel suo genere. Così è nata Gegò Yegó, la nuova band sardo-senegalese sorta nell’ambito del progetto di cooperazione internazionale “Music@Work”, ideato e sviluppato dall’associazione Cherimus e finanziato dalla Regione Sardegna. Capofila del progetto è l’Università di Sassari e i partner sono il Museo Nivola, Sardegna Teatro, i comuni di Carbonia e Perdaxius, e l’associazione culturale Kër Thiossane, che si dedica in particolare alla promozione dell’arte digitale in Senegal.

Il progetto musicale Gegò Yegó – curato da Carlo Spiga – è nato a giugno di quest’anno, in una notte d’estate a Dakar. Qui, Pierpaolo Vacca, organettista di Ovodda e Massimo Congiu, suonatore di launeddas di Quartu Sant’Elena, hanno incontrato Pape Ndiaye, Pape Diop e Kalsoum, tre giovani musicisti emergenti della scena musicale senegalese che stanno riscuotendo sempre più successo nel loro Paese. Ndiaye e Diop sono percussionisti dell’Orchestre National du Sénégal, mentre Kalsoum, cantautrice, è l’anima del gruppo, voce blues: canta in inglese, francese e nelle due lingue principali del suo paese: wolof e diala.

Il nome della band ha un significato molto importante, soprattutto in un momento storico come quello che stiamo vivendo: Gegò vuol dire armonia e intesa; Yegó, condivisione e azione comune. E sono proprio questi i valori che il gruppo sardo-senegalese porta avanti. «Uno degli obiettivi è quello di creare un ponte tra Sardegna e Senegal» , spiega Emiliana Sabiu, coordinatrice del progetto. «È stata una scommessa, perché non conoscendosi non potevano sapere se avrebbe funzionato o no. Invece, eccoci qui».

Gegò Yegó è anche il titolo di una delle canzoni del loro primo cd (clicca qui per ascoltarlo), di cui l’organetto di Pierpaolo è protagonista. In Maman, altro brano, Kalsoum canta sul motivo dei Goccius sardi. Touche pas là invece viene introdotta dalle launeddas di Massimo. In Fethe Tundu, come si può evincere dalla seconda parola del titolo di quest’altro brano, è un vero e proprio omaggio alla nostra Isola:completamente strumentale, il ritmo delle percussioni di Pape Ndiaye e Pape Diop ricordano su ballu tundu, il famosissimo “ballo tondo” tipico della Sardegna.

La band si è esibita nell’isola in una tournée suddivisa in cinque tappe: Orani, Sarule, Perdaxius, Semestene e Cagliari. Nel capoluogo hanno fatto due tappe, una al Teatro Massimo e una oggi, al Conservatorio Pierluigi Da Palestrina. Il pubblico si è fatto travolgere dai ritmi sardo-senegalesi e si è messo a ballare contagiato dall’allegria che la musica di Gegò Yegó inevitabilmente trasmette. Kalsoum, Ndiaye, Diop ripartiranno per domani per il Senegal. Con Pierpaolo e Massimo sperano che la collaborazione possa crescere sempre di più.

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