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Scivu: rinvenuta una mina di 200 chili della Seconda Guerra Mondiale

Dal 22 al 31 maggio 2019 i Palombari del Gruppo Operativo Subacquei (GOS) del Comando Subacquei ed Incursori della Marina Militare (Comsubin), distaccati presso il Nucleo SDAI (Sminamento Difesa Antimezzi Insidiosi) di Cagliari, hanno condotto una delicata operazione nelle acque antistanti la spiaggia di Scivu (CI) tesa a rimuovere e neutralizzare una mina subacquea risalente alla seconda guerra mondiale.

L’intervento d’urgenza del Nucleo SDAI è stato richiesto dalla Prefettura di Cagliari, a seguito della segnalazione della Capitaneria di Porto di Oristano circa il rinvenimento, da parte di un cittadino che svolgeva un’immersione sportiva in apnea, di un oggetto sferico la cui forma richiamava quella di un ordigno esplosivo. Le preliminari operazioni subacquee, condotte il 22 maggio dai Palombari del Comsubin, hanno permesso di individuare, a 6 metri di profondità e a soli 60/70 metri dalla costa, una mina subacquea di nazionalità italiana modello P200, contenente 200 Kg di esplosivo, che risultava incastrata tra gli scogli.

L’intervento di bonifica, complicato dalle rigide condizioni meteomarine, si è completato il 31 maggio con la distruzione dell’ordigno esplosivo avvenuto in una zona di sicurezza, individuata dalla locale Autorità Marittima, attraverso le consolidate procedure tese a preservare l’ecosistema marino. Al termine dell’operazione, il comandante del Nucleo S.D.A.I. di Cagliari, Tenente di Vascello Gabriele Paparo, ha dichiarato: «Sulla base della richiesta della Prefettura di Cagliari siamo intervenuti di fronte alla spiaggia di Scivu (CI) per verificare quanto segnalato da un cittadino circa la presenza di un probabile grande ordigno esplosivo. Grazie a questa tempestiva segnalazione abbiamo avuto la possibilità di rimuovere, con grande fatica perché incastrata tra gli scogli, una mina ad urtanti di fabbricazione italiana che conteneva ancora i suoi 200 Kg di esplosivo. In occasione dell’imminente ripresa della stagione balneare voglio ricordare a chiunque dovesse imbattersi in oggetti simili, che questi manufatti possono essere molto pericolosi e pertanto non devono essere toccati o manomessi in alcun modo, ma ne va denunciato immediatamente il ritrovamento alla locale Capitaneria di Porto o alla più vicina stazione dei Carabinieri, così da consentire l’intervento dei Palombari di Comsubin al fine di rispristinare le condizioni di sicurezza del nostro mare».

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