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Made in Sardinia, Cicu: “Priorità difendere i prodotti sardi in Europa nei prossimi 5 anni”

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«Il made in Isola è un obiettivo che ha contraddistinto molte delle mie battaglie a Bruxelles, per tutelare le nostre produzioni, le nostre imprese, le nostre eccellenze, i saperi delle nostre comunità». Così l’eurodeputato di Forza Italia Salvatore Cicu, candidato per un secondo mandato nel collegio Isole che raggruppa Sicilia e Sardegna, che annuncia un concreto impegno sul tema al Parlamento europeo se dovesse essere eletto dai cittadini.

«Ho ribadito più volte il mio no, senza equivoci, all’immissione dell’olio tunisino nel comparto agricolo delle nostre Isole – illustra Cicu -. Una decisione che va contro le nostre imprese, creando gravi danni per i nostri consumatori e per l’intera filiera produttiva. Sostenere i processi di democratizzazione della Tunisia non significa dover compromettere i flussi commerciali dell’olio prodotto in Italia. Semmai, occorreva riaprire il confronto sui finanziamenti da dedicare ad una reale tutela dei marchi, una tutela più rigida e stringente per difendere il comparto agricolo da frodi, miscele di olio non italiano ma venduto come italiano. Le imprese e i consumatori sono i principali destinatari di una politica europea lontana dagli interessi locali dei nostri territori».

«Sui banchi del Parlamento Europeo – prosegue l’eurodeputato sardo – mi sono battuto opponendomi alla decisione dell’Unione Europea per tutelare le eccellenze locali ​prodotte in ambito italiano, soprattutto in molti territori del sud già danneggiati da gravi crisi: la Sicilia, con una produzione che stenta ad avere una commercializzazione adeguata, e la Sardegna, con i piccoli produttori che vogliono finalmente avere uguali identiche possibili di mercato».

«Ma il mio impegno a favore del made in Isola è andato anche a favore di altre vertenze – precisa Cicu -. Un no deciso ai flussi di importazione del pomodoro marocchino in Europa, soprattutto perché, nel paese africano è permesso l’uso di pesticidi nocivi per la salute, sostanze vietate in Europa. E anche perché, le coltivazioni del pomodoro in Marocco, avvengono in condizioni di dumping sociale per il basso costo della manodopera. Inaccettabile».

«Ricordo infine altre due importanti battaglie – conclude l’esponente di Forza Italia -. Quella sul riso, per la salvaguardia di un prodotto oggetto di concorrenza sleale da parte di produttori di Paesi meno Avanzati come Cambogia e Birmania. E infine, la vertenza del settore lattiero-caseario a favore dei pastori sardi, per ristabilire equità all’interno dell’Unione e il diritto violato dei produttori sardi».

 

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