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Orrore sui social: insulti e auguri di morte a Paolo Palumbo, il giovane chef oristanese malato di sla

Insulti sui social a Paolo Palumbo evd

Messaggi di auguri di morte e di insulti sono comparsi sui social network e su alcune chat nei confronti dello chef 21enne di Oristano Paolo Palumbo, il più giovane malato di sla d’Europa.

«È inutile che ti dai da fare, in Israele tanto non ci arrivi», «Tanto muori come morirà mio padre», «Bastardo tu, Bastardo chi ti sostiene», questi i messaggi rivolti a Paolo e resi pubblici su Facebook dal fratello di Paolo, Rosario, che da sempre lo sostiene e lo appoggia nelle sue battaglie.

Gli insulti a Paolo Palumbo comparsi sui social

«È con grande rabbia che comunico un momentaneo allontanamento di Paolo dai social network per tranquillizzarsi, dovuto alle ripetute offese e minacce che ha ricevuto nelle scorse settimane, sia tramite attacchi privati che pubblici, di cui trovate un esempio nell’immagine – dice Rosario Palumbo -. Abbiamo saputo che ci sono delle chat private in cui dei gruppi di persone si divertono ad insultare l’operato di Paolo e si mettono d’accordo per trovare il modo di demolire agli occhi degli altri ogni sua azione. È giusto che questa gente sappia che ogni atto diffamatorio documentato avrà le conseguenze che merita, perché la legge è uguale per tutti e la cattiveria gratuita ai danni di un giovane nelle sue condizioni non può essere giustificata».

Paolo Palumbo con il fratello Rosario

«Paolo è il più giovane malato di SLA d’Europa, ma ciò non lo rende un malato di “serie A”, al contrario, lui si è sempre messo in prima linea per i diritti degli altri, ha cambiato le vite di centinaia di persone grazie al Tampone, al suo libro di ricette, alle sue iniziative a favore dei più deboli – prosegue il fratello del giovane chef – ed il suo inserimento nel protocollo Brainstorm è dovuto esclusivamente ai canoni ristretti di accettazione da parte dell’ospedale di Gerusalemme che oltre allo stadio avanzato della malattia, hanno tenuto in considerazione l’età (peraltro senza concedere agevolazioni dal punto di vista economico). La verità è che l’obiettivo di Paolo, fin dall’inizio del suo sciopero della fame, è sempre stato quello di portare questa terapia sperimentale in Italia, affinché per lo meno i suoi costi si dimezzino. Infatti, è grazie a lui se è attualmente in discussione l’attuazione del protocollo d’urgenza da parte del Ministero della salute per portare la terapia nel nostro paese in tempi brevi, non grazie a chi millanta di parlare a destra e a manca senza concludere niente».

La campagna di Paolo Palumbo per raccogliere i fondi necessari alla terapia sperimentale non si ferma di un millimetro. Chi volesse donare un contributo può farlo accedendo a questo link: http://gofundme.com/aiutiamo-paolo

 

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