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La foto del secolo: immortalato per la prima volta un buco nero, dove in realtà il soggetto principale è una assenza

Foto da Twitter

Un anello rossastro “sfocato” al centro della galassia M87 con una massa sei miliardi e mezzo di volte più grande del nostro Sole: appare così la prima immagine in assoluto di un buco nero. La rivelazione, nata dalle intuizioni di Einstein, apre un nuovo affascinante capitolo dell’astrofisica. E’ stata svelata oggi la prima immagine di un buco nero e come accadde esattamente 100 anni fa, con la celebre foto dell’eclissi solare, anche oggi “siamo di fronte alla conferma del Relatività di Einstein” ha detto il direttore del progetto Eht Sheperd S. Doeleman del Center for Astrophysics, Harvard & Smithsonian presentando l’immagine.

Foto da Twitter

In realtà, scrive Repubblica, il soggetto principale è una assenza. Una struttura ad anello con una regione centrale dalla quale non arrivano fotoni, ossia radiazione elettromagnetica, nessuna forma di luce. La foto che mostra per la prima volta il confine invalicabile di un buco nero è stata ‘sviluppata’ grazie all’osservazione simultanea di otto radiotelescopi in tutto il globo, a migliaia di chilometri l’uno dall’altro, dalle Ande cilene alle Hawaii, dal Messico alla Spagna, dagli Usa all’Antartide, che puntano contemporaneamente verso lo stesso angolo di cosmo. E dopo anni di osservazioni e analisi, è stata presentata in sei conferenze stampa internazionali dal progetto Event Horizon Telescope (Eht), che ha visto coinvolti una sessantina di istituti scientifici nel mondo, tra cui anche l’Istituto nazionale di Astrofisica.

“Quello che stiamo facendo è dare all’umanità la possibilità di vedere per la prima volta un buco nero, una sorta di ‘uscita a senso unico’ dal nostro universo – ha aggiunto Doeleman – questa è una pietra miliare nell’astronomia, un’impresa scientifica senza precedenti compiuta da un team di oltre 200 ricercatori”. Insomma, Einstein ha ancora ragione perchè era uno fra i risultati più attesi dalla comunità scientifica, verificare se la teoria della Relatività è valida anche nelle condizioni più estreme che possiamo trovare nel cosmo. “I primi dati sembrano suggerire che la Relatività generale sia valida anche qui. Lo studio dello spazio prossimo all’orizzonte degli eventi aprirà, letteralmente, nuovi orizzonti nello studio dell’accrescimento e dell’irradiazione da parte di buchi neri” – spiega Fabio Pacucci, giovane fisico italiano esperto di teoria dei buchi neri e presto membro dell’istituto BHI (Black Hole Initiative) di Harvard – Dal punto di vista teorico, questo è il risultato più importante che la ‘foto del secolo’ ci insegna. Lo studio dello spazio prossimo all’orizzonte degli eventi aprirà, letteralmente, nuovi orizzonti nello studio dell’accrescimento e dell’irradiazione da parte di buchi neri”.