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Salvini: “Ramy è come se fosse mio figlio, sì alla cittadinanza”

Ramy e Adam

Ramy e Adam

Il ministro degli Interni Matteo Salvini ha definitivamente aperto alla possibilità di concedere la cittadinanza per merito al giovane di origini egiziane Ramy Shehata, che ha allertato i carabinieri dal bus sequestrato a San Donato Milanese.

«Sì alla cittadinanza a Ramy perché è come se fosse mio figlio e ha dimostrato di aver capito i valori di questo paese – ha detto Salvini – ma il ministro è tenuto a far rispettare le leggi. Per atti di bravura o coraggio le leggi si possono superare».

Il padre di Ramy, “ostacolo” al premio del figlio in quanto persona che avrebbe alcuni precedenti penali (ma nessuna condanna), avrebbe commesso alcuni reati tra Crema e Cremona, ma ormai circa 20 anni fa.

Per evitare “fraintendimenti e strumentalizzazioni” dopo “la richiesta di cittadinanza formulata da Ramy Shehata per sé e la propria famiglia”, l’avvocato Antonino Ennio Andronico, su mandato dei genitori di Adam El Hamami – che con Ramy ha avvisato i carabinieri durante il sequestro del bus a San Donato Milanese – ha precisato che “questi ultimi non hanno mai inteso chiedere e non richiedono nulla per se stessi”. “Allo steso tempo i signori Kalid e Hasnaa El Hamami – ha spiegato l’avvocato all’ANSA – chiedono semplicemente che le Autorità vogliano prendere in considerazione il comportamento eroico di Adam – il quale a sprezzo del pericolo ha contattato telefonicamente i carabinieri nel corso del sequestro per dare la posizione esatta dell’autobus declinando il proprio nome e cognome e contribuendo a salvare se stesso e i propri compagni di classe, quale ’eminente servizio reso all’Italia’ ai sensi dell’articolo 9 comma 2 della legge 91/1992 in quanto tale meritevole della concessione della cittadinanza italiana”.

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