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Pastori. La crisi? A Sant’Andrea Frius si sconfigge con l’autoproduzione e la mozzarella di pecora

Maria Atzeni e il marito del caseificio Pab'è Tellasa di Sant'Andrea Frius

Maria Atzeni e il marito del caseificio Pab'è Tellasa di Sant'Andrea Frius

di Daniele Lecca

Mentre continuano in Sardegna le proteste per il prezzo del latte, ci sono dei pastori che già da parecchio tempo hanno deciso di mettersi in proprio, senza dover più versare il latte agli industriali. A Sant’Andrea Frius la signora Maria Atzeni insieme a suo marito Marco Melis, pastore da una vita intera, hanno deciso di rompere la catena e di passare direttamente dal pastore al consumatore.

Nel loro “mini caseificio” aziendale, così lo definiscono, trasformano il latte in vari tipo di formaggio come il “gioddu”, la “casada”, il pecorino in forma e il loro fiore all’occhiello, la mozzarella di pecora, prodotto di cui sono stati dei veri e propri pionieri.

L’azienda agricola, “Pab’è is tèllasa”, si trova nelle montagne del Gerrei, dove avviene tutta la lavorazione, dal pascolo del bestiame, passando per la mungitura e arrivando al confezionamento dei vari tipi di formaggio. Uno dei più grandi pregi, che i proprietari vantano di avere è l’utilizzo esclusivo del latte del loro gregge, potendo così garantire la massima sicurezza sul prodotto.

Signora Atzeni da cosa nasce l’idea di aprire questo, come le piace chiamarlo, mini-caseificio?

L’idea nasce circa 25 anni fa dopo aver capito l’assurdità che noi “produttori di latte” non potessimo fare né il prezzo di vendita, né quello di acquisto del latte lavorato. Avevamo il desiderio di essere padroni di noi stessi e di valorizzare il nostro lavoro, riportando sul mercato tanti prodotti ormai scomparsi.

Un’azienda tutta di famiglia, quali sono i pregi e i difetti di un’attività del genere?

Partiamo dal fatto che gestire un’azienda come la nostra in tutte le sue parti è un lavoro molto impegnativo e non tutti comprendono e accettano la gestione degli orari lavorativi. Quindi abbiamo deciso di gestirla a conduzione familiare. Dato il buon numero di lavoratori in famiglia, ci aiutiamo a vicenda sperando un giorno di poter ampliare il tutto e poter pagare anche una buona busta paga a dipendenti esterni. Ora arriviamo ai difetti. Nella nostra azienda lavorano anche i nostri figli e spesso è difficile spiegare loro che bisogna lavorare giornate intere, senza distinzione tra feriali e festivi. Loro vorrebbero “tutto e subito”, ma purtroppo il mondo non va cosi. Sono giovani e vedo che con il tempo anche loro stanno capendo. Nel frattempo, senza accorgersene, imparano l’arte del mestiere e un giorno, quando saranno pronti, saranno fieri di quello che fanno.

Gli unici produttori di mozzarella di pecora,come nasce questa idea?

L’idea della mozzarella di pecora mi ha incuriosito da subito, non capivo perché non esistesse sul mercato. Mi chiedevo quali fossero i motivi e ho cominciato a fare i miei primi esperimenti, come uno scienziato nel suo laboratorio. In effetti non riuscivo a filare la pasta in nessun modo, allora ho cominciato a studiare il latte e la sua composizione. Quando ho iniziato a vendere nei mercati avevo una grande richiesta di formaggi freschi ma avevo ancora di più la richiesta della mozzarella. Andando avanti con il tempo le persone intolleranti al latte vaccino aumentavano e io continuavo a cercare di fare un prodotto leggero con il latte di pecora. Dopo quattro anni di prove e studi in merito sono riuscita a creare un prodotto simile alla mozzarella di bufala, ma al sapore di latte di pecora.

I prodotti di questo piccolo caseificio di Sant’Andrea Frius sono stati apprezzati anche dai migliori degustatori del settore e a fine mese arriverà una bella recensione anche sul Gambero Rosso.

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