«Per certo sappiamo che non gli hanno sparato, né che ha subito traumi violenti– ha dichiarato l’avvocato Piscitelli, il legale della madre e delle sorelle di Luca Congera, che ieri ha assistito all’autopsia sul corpo ritrovato in via Fiume a Quartu- questo è ciò che è risultato dall’esame obiettivo sui resti». Ora bisognerà attendere 60 giorni per i risultati degli esami scientifici, anche se sull’identità dell’uomo a cui appartiene il corpo ci sono pochi dubbi, i vestiti riconosciuti dai figli, i riscontri odontoiatrici e una frattura riportata da Congera in un incidente, confermano appunto che si tratti proprio di lui.
Se ci fossero stati dubbi, non sarebbe stata autorizzata la sepoltura, domani invece di terranno a Quartu, alle 15.30 i funerali di Luca Congera. «L’aspetto più difficile da spiegare di questa vicenda – racconta il legale- è il fatto che il corpo fosse appeso al traliccio, la verità vera probabilmente non la sapremo mai. È trascorso troppo tempo, non si può fare nessuna valutazione sugli organi interni, nemmeno la posizione del cadavere, perché la parte inferiore del corpo è stata trovata al suolo, era caduta giù».
Non è possibile stabilire se sia stato ucciso o se si sia tolto la vita: «il rischio è che il caso venga chiuso come suicidio – prosegue Piscitelli- perché non si può dimostrare nulla. Non ci sono elementi, il cadavere è così deteriorato, un mosaico, che purtroppo non ci dice nulla». Si aspetta la relazione, ma rimangono i dubbi, chi lo conosceva esclude che si sarebbe mai suicidato, rimangono le incongruenze con le dichiarazioni fatte a “Chi l’ha visto” o a “La vita in Diretta” da parte dei parenti. Certo non hanno aiutato tutte le segnalazioni sbagliate fornite da tanti testimoni, appena Congera era scomparso. «Tutti questi dubbi temo, se li porterà nella tomba – conclude Piscitelli- solo una confessione da parte dell’assassino potrebbe rivelare la verità, e dire se Luca Congera è stato vittima di un omicidio o si è suicidato».