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Latte: si dimette il presidente del Consorzio del Pecorino Romano Dop

Salvatore Palitta presidente dimissionario del Consorzio del Pecorino Romano

Salvatore Palitta presidente dimissionario del Consorzio del Pecorino Romano

«Dopo aver creato il mostro, individuato la fragilità di una filiera frammentata, la debolezza contrattuale del pastore, la debolezza contrattuale dei trasformatori nel mercato, chi è il vero dominus che nessuno ha il coraggio di pronunciare? La grande distribuzione con il suo strapotere contrattuale, con le aste al ribasso. Eppure durante la negoziazione con il fornitori devono garantire un equa ripartizione del reddito in tutta la filiera. Ps il giorno 22 febbraio scade il mio mandato ho già provveduto a rassegnare le mie dimissioni in coerenza con il mandato assegnato dal cda». Con queste parole Salvatore Palitta ha annunciato le sue dimissioni da presidente del Consorzio del Pecorino Romano Dop.

«Ora che si è dimesso il presidente del Consorzio, gli industriali colgano la nuova offerta dei pastori per garantire un prezzo del latte iniziale adeguato ai costi di produzione con una clausola che assicuri di raggiungere l’obiettivo di un euro in tempi certi».

È quanto afferma la Coldiretti in riferimento alla controproposta dei pastori. «Serve un atto di responsabilità degli industriali che – sottolinea la Coldiretti – sono i diretti beneficiari delle consistenti misure di sostegno per 49 milioni di euro messe in campo da Governo e Regione, senza dimenticare le aperture delle catene distributive che si sono impegnate a riconoscere ai fornitori un valore, all’acquisto del pecorino, in grado di assicurare agli allevatori il prezzo di 1 euro al litro ed anche a realizzare campagne promozionali».

Per Coldiretti «sono positive le dimissioni del presidente del Consorzio di Tutela Salvatore Palitta annunciate su Facebook poichè è evidente il fallimento dell’attuale gestione del Consorzio del pecorino che va quindi completamente ripensato con l’ingresso nell’amministrazione dei pastori ai quali vanno assegnate le quote di produzione. Importante – si dice ancora – la nomina di un Prefetto per verificare eventuali errori e violazioni ma anche per controllare la legalità delle operazioni di ritiro del pecorino da destinare agli indigenti con le risorse pubbliche».

«In gioco – conclude la Coldiretti- ci sono 12mila allevamenti della Sardegna dove pascolano 2,6 milioni di pecore, il 40% di quelle allevate in Italia, che producono quasi 3 milioni di quintali di latte destinato per il 60% alla produzione di pecorino romano (Dop). In gioco c’è il futuro di migliaia di famiglie, di un settore economico strategico per il Made in italy e per l’intera Sardegna dove il 70% del territorio e’ destinato al pascolo dal quale gli animali traggono alimento».

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