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La lettera. “Tra qualche giorno in tanti ricominceranno a comprare il formaggio all’Eurospin o alla Lidl”, scrive il regista sardo, figlio di pastori

pastori foto Joe Bastardi 2

La riflessione amara, piena di un passato che porta il segno dell’immensa gratitudine ai genitori, in piedi dalle 4 del mattino per dar da mangiare alla famiglia, ma anche estremamente realistica del regista sardo Giovanni Piras, in arte Joe Bastardi, originario di Fluminimaggiore.

“Questa è la mia mano che riporta un agnellino appena nato alla madre. Una volta, che mio padre non c’era, era toccato a me, sotto l’occhio vigile di mia madre, mungere le pecore. Risultati scarsissimi, che “se non hai la mano buona, quelle se ne accorgono e non te lo danno il latte”. Io la mano buona non l’avevo (e non ce l’ho), perché quando mio padre si svegliava alle quattro del mattino per andare a mungere, io ero ancora a letto e dovevo andare a scuola, poi all’accademia, e poi all’università. Non importava se ci fosse caldo o freddo, vento o grandine, se fosse malato o in salute. Ogni mattina e ogni pomeriggio le pecore “volevano munte”. E io, grazie a quei sacrifici, quelli di tutti e due i miei genitori, posso quasi permettermi di essere un fighetto, di tenere i capelli lunghi, che tanto odore di pecora non ne prendo. 

Però se c’è una cosa che mi dà fastidio è che tra qualche giorno, dopo che il più furbo dei politici avrà sparso un po’ di caramelle e rassicurazioni qua e là, parlando di cose che non conosce, dopo che sarà tornato tutto alla “normalità” (che normale non è), in tanti ricominceranno a comprare il formaggio all’Eurospin o alla Lidl, o a scegliere ciò che costa meno. La cosa drammatica è che hanno ragione, perché i soldi sono pochi, e quando c’è fame poco ci importa del nostro vicino. Bisogna mangiare. Quando c’è fame si è disposti a cedere un po’ di diritti, in cambio di un piatto di pasta. E come dar torto a chi ragiona così? Io non ci riesco. 

Tra qualche giorno, quando sarà tutto finito, noi fighetti di sinistra, torneremo a degustare formaggi e vini biologici e a spiegare agli altri com’è che dovrebbe andare il mondo. E come ci si può dar torto? I nostri genitori si sono fatti il culo per darci la possibilità di riconoscere la miseria, fuggirla, e continuare a degustare erborinati piemontesi, pecorino di Osilo, o s’Axridda. Tra qualche giorno, in tanti sceglieranno di cedere un pezzetto dei loro diritti, in cambio di un’idea meno peggiore di futuro. Alcuni voteranno Tizio perché ci darà più lavoro, altri voteranno Caio, perché “Tizio è davvero brutto e cattivo, e allora preferisco avere un Caio che un Tizio”. Tra qualche anno, non avremo più nulla da cedere, avremo solo un culo troppo aperto e nemmeno il dolore sentiremo più. Sarà l’ultima cosa che avremo ceduto”.

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