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Un documento della biblioteca di San Gavino rivela le origini sarde di Jean Paul Marat

La biblioteca di San Gavino Monreale ha effettuato nel 2018 il restyling del sito ufficiale, sul web dal giugno del 2000. Una delle testimonianze sarde più longeve del digitale collegato alla cultura e ai libri. Oggi contiene un patrimonio immenso tra recensioni di libri (tanti fruibili in pdf), foto storiche, book trailer e documenti. Uno di questi rappresenta la novità della nuova edizione del portale, dato che attesta le origini sarde del rivoluzionario politico francese Jean Paul Marat.

Ruggero Ruggeri, operatore della biblioteca di San Gavino Monreale dal 1999, è tra i principali fautori dell’evoluzione del sito. Sue le idee che girano attorno al luogo culturale del paese centrale del Medio Campidano, come ha avuto di raccontarci.

Quando nasce e come si sviluppa il sito della biblioteca?

L’idea di creare il sito della biblioteca si è sviluppata verso la fine del 1999 da me e da Antonio Capraro (un amico che al tempo aveva nozioni base di html) e partiva dal presupposto di creare la possibilità per gli utenti di internet di conoscere l’esistenza della biblioteca, il suo patrimonio librario, e di far conoscere la storia e l’attività culturale del paese di San Gavino Monreale e del suo territorio. Nel giugno del 2000 è stato resa fruibile in rete la versione beta del sito dove si potevano recuperare informazioni sugli orari della biblioteca e sui libri disponibili. Due anni dopo, lo abbiamo reso più articolato, aggiungendo nella grafica la raffigurazione di Mariano IV d’Arborea e aggiungendo alcune rubriche, come quella sui libri esoterici, e una collezione di foto storiche di San Gavino. Il sito ebbe un discreto successo, persino internazionale, con alcuni sardi che ci scrivevano da diverse parti del mondo e gradivano il nostro lavoro. Dal 2008 si occupa del sito Stefano Orrù, che ha creato una versione più ampia e complessa del sito. Abbiamo aggiunto nuove sezioni, tra cui quella video: si possono ritrovare tutti i book trailer che abbiamo realizzato per le presentazioni letterarie all’interno della biblioteca e le testimonianze delle persone che a San Gavino hanno lavorato nella fonderia. Abbiamo creato una sorta di wikipedia della memoria dove si possono rivedere le interviste fatte ai lavoratori della fonderia. L’attuale versione è ottimizzata per tablet, smartphone e tecnologie di nuova generazione.

C’è anche un ricco patrimonio fotografico. Quando è nata l’esigenza di rendere le foto fruibili digitalmente?

Siamo partiti da una constatazione, un dato antropologico: è venuta a cessare, col tempo, la trasmissione delle esperienze storiche di San Gavino verso le nuove generazioni. L’intento era quello di creare un canale per trasmettere ciò che è accaduto nel passato. Questo per dare un senso di un continuum storico, di una evoluzione che vi è stata nel territorio. Con le foto diamo la possibilità di poter accedere ad un racconto, ad una evoluzione sociale, economica, di costume che si è succeduta nel tempo sino ai giorni nostri. La sezione si chiama “Fotostoria San Gavino Monreale” e conta circa 1950 foto, ed è la parte più seguita del sito.

Non poteva mancare una sezione video. Cosa avete realizzato in questi anni?

Dal 2007 abbiamo deciso di utilizzare la produzione dei video. Dapprima siamo partiti con piccoli spot che presentavano libri di autori sardi. Siamo partiti con una produzione artigianale, molto naif, ma col tempo abbiamo acquisito maggiori tecniche e realizzato lavori più complessi, come quelli  che hanno presentato il libro “Gli angoli remoti del presente” di Stefano Piroddi e il noir “Una sporca faccenda” di Lorenzo Scano. Tra gli altri progetti, è adesso presente sul sito un video prologo dedicato ad Antonio Pani, decano delle confraternite che si occupavano del rito de su Scravamentu il venerdì santo. Si tratta di una serie a puntate con una lunga intervista, accompagnata da una foto storica di una processione in una delle vie principali del paese.

Poi c’è Jean Paul Marat. Che tipo di documento si può trovare sul sito?

Da poco tempo possediamo un documento particolare, uno scritto in lingua francese dello storico Emilio Mara che parla delle origini sarde di Jean Paul Marat, il celebre rivoluzionario francese. Questo documento dà per certo l’origine di Marat e della sua famiglia a Guspini, il trasferimento a Cagliari e poi in Francia. Un lungo studio fatto da questo autore ha portato ad un invito a realizzare un monumento a Marat realizzato col granito del monte Margherita (presente nei pressi del comune di Guspini). A questo documento siamo arrivati grazie ad un nostro utente, la signora Marcella Fadda, grazie al fatto che a San Gavino esisteva una discendente di Marat (morta pochi anni fa) che le ha dato in dono questi preziosi documenti. In allegato ci ha anche donato alcune pubblicazioni de Il Nuovo Cammino che aveva pubblicato circa 20 anni fa degli articoli sui Marat e sulla loro parentela con i discendenti rimasti in Sardegna. È un documento importante perché non è una invenzione nostra, ma è accertata l’origine sarda. Gli utenti hanno un accesso immediato al documento “L’origine et l’ame sarde de Jean Paul Mara dit “Marat” l’oeil et l’ami du peuple” sul nostro sito grazie al formato pdf.

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