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L’onda bianca: migliaia di litri di latte in strada. Corrao: «Pratica sleale», Tocco: «Fare qualcosa per il bene della Sardegna»

Continua la rabbia dei pastori sardi, oggi un’autocisterna è stata bloccata lungo la SS 131 e un gruppo di allevatori ha inondato la strada di latte. Ma non è stata una protesta isolata: migliaia i litri di latte buttati per strada dagli allevatori, ormai stanchi. Mentre Coldiretti annuncia un’azione legale contro l’industria casearia, in tanti si esprimono sul caso.

«Quanto stanno subendo gli allevatori e produttori sardi non può e non deve passare sotto traccia. Il pagamento sottocosto del latte, dovrebbe essere considerato una ‘pratica sleale’, così come approvato pochi mesi fa a Strasburgo dal Parlamento Europeo. Un’ulteriore ragione per la quale l’Europa non può e non deve chiudere gli occhi. La Commissione Europea deve essere a conoscenza del grado di disperazione che c’è in Sardegna e intervenire con le autorità competenti». A dichiararlo è l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle Ignazio Corrao che incalza la Commissione Europea a dare risposte circa il crollo del prezzo del latte ovino in Sardegna e le relative mobilitazioni. «La protesta – spiega Corrao – è la sacrosanta manifestazione di una rabbia che prima o poi doveva esplodere. Il comparto è in ginocchio da troppo tempo dato che il prezzo del latte è insufficiente e inferiore al costo di produzione dello stesso. La stessa Coldiretti Sardegna ha dichiarato lo stato di mobilitazione per ribadire la necessità di un accordo con il settore della trasformazione non solo sulla formazione del prezzo del latte, ma anche per l’individuazione di un prezzo minimo d’acquisto per garantire la giusta remunerazione al produttore. I produttori di latte sardi comunicano che con questa remunerazione attuale saranno costretti a chiudere gli ovili. Per questa ragione stanno chiedendo alle istituzioni un segnale forte e regole chiare. A questo punto – sottolinea Corrao – ho chiesto alla Commissione Europea intanto se è a conoscenza dello stato di agitazione dei pastori sardi e quali misure immediate e a lungo termine intende prendere per allentare la pressione sui produttori del settore lattiero-caseario sardi. C’è inoltre una questione che riguarda la trasparenza che non può essere secondaria. A tale proposito, chiediamo inoltre quali sono i dati in possesso della Commissione forniti dall’osservatorio europeo del latte proprio sulla Sardegna. Ai produttori sardi – conclude Corrao – giunga la mia massima solidarietà e la garanzia di fare il possibile per cambiare le cose».

«Sul prezzo del latte, la Regione si deve dare una mossa. Va trovata subito una soluzione positiva della vicenda, a costo di individuare e capire in che modo è possibile penalizzare chi sta vergognosamente speculando sulla pelle dei pastori sardi. Non si può aspettare più neanche un minuto» ha detto invece il consigliere regionale Edoardo Tocco (FI), secondo il quale i pastori sardi non possono più essere trattati in questo modo: «Il settore agropastorale sta subendo umiliazioni inaccettabili. Non è davvero possibile che questa gente continui a essere trattata così. I pastori sardi sono un simbolo della Sardegna che lavora, il latte sardo è uno dei fiori all’occhiello della nostra regione». Secondo Tocco occorre ripristinare subito una situazione di legalità: «Ho l’impressione che la Giunta regionale non consideri questo argomento una priorità, è arrivato il momento che si di una svegliata per il bene della Sardegna».

«È da tre mesi che lo diciamo che si stava tirando troppo la corda. Ancora ieri la parte industriale non è convenuta alle nostre proposte ma ha chiesto un ulteriore rinvio non rendendosi conto che il tempo è scaduto» dice il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu. Per noi e per tutto il mondo della produzione il tavolo è momentaneamente chiuso andremo avanti con la mobilitazione. È fondamentale l’unità di tutto il settore produttivo. La mobilitazione sta seguendo due binari: quello delle iniziative dimostrative e quello legale. Ci rifaremo all’articolo 62 della legge 1 del 2012 in cui sono previste sanzioni oltre i 3 milioni. Lo faremo contro quegli industriali che pagano il latte sotto i costi di produzione, cioè a 60 centesimi. Abbiamo i dati certificati da Ismea che lo dimostrano. L’art. 62 al comma 2 “vieta qualsiasi comportamento del contraente che, abusando della propria maggior forza commerciale, imponga condizioni contrattuali ingiustificatamente gravose, ivi comprese, ad esempio: qualsiasi patto che preveda prezzi particolarmente iniqui o palesemente al di sotto dei costi di produzione”». «Stiamo portando avanti iniziative concrete e mirate» aggiunge il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba. «Abbiamo anche altre denunce legali che metteremo in campo a tutela dei pastori. Adesso spetta ai trasformatori dare un segnale concreto e immediato proponendo un prezzo di acconto più alto di questi miseri 60 centesimi».

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