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Sardegna alla riscossa a Sanremo: Mahmood e gli Zen Circus convincono la giuria

Sale a poco a poco il livello del Festival di Sanremo che, dopo due serate fiacche, ha proposto un po’ di musica nazional popolare trascinando sul palco Antonello Venditti, Raf, Umberto Tozzi e Fabio Rovazzi. La gara invece ha premiato un po’ le aspirazioni dei sardi in gara: in particolare Mahmood ha approfittato della prima esibizione per piazzarsi nella zona blu della classifica, dedicata ai candidati alla vittoria.

Soldi” ha un beat trascinante, piace e può far successo. È un pezzo che racconta la storia di una famiglia non tradizionale, di una infanzia che riemerge per singoli fotogrammi con un padre che se n’è andato e non è più tornato. Dopo una esperienza non positiva a X Factor, il 27enne dalle origini di Orosei ha avuto molta fortuna come autore (sono sue “Nero Bali” di Elodie e “Hola (I say)” di Marco Mengoni con Tom Walker) ed ora proverà ad entrare nella top 3 della competizione grazie al duetto con l’amico Gué Pequeno.

Molto bene anche il ritorno sul palco di Gian Paolo Cuccuru, meglio conosciuto come il batterista degli Zen Circus col nome di Karim Qqru. La band ha riproposto “L’Amore è una dittatura” con maggiore incisività: una fotografia, un quadro neorealista, una ricerca di empatia negli altri fornita con una partecipazione emotiva molto forte e politica. Il brano, seppur senza ritornello, funziona. E funzionerà ancora meglio accompagnato da una sezione d’ottoni e dal duetto con Brunori Sas nella serata odierna. Al momento si piazzano nella zona gialla, a metà classifica.

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