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Prezzo del latte, la provocazione di Andrea Murgia: “Immaginate di pagare la benzina con il latte”

Andrea Murgia baratto latte

«Ci si alza la mattina e si va in ovile pagando 2 litri di latte per ogni litro di benzina, 10 litri per andare e tornare. Arrivi, conferisci, ti fermi al bar. Con la pasta e il caffè ci partono 3 litri, altro mezzo litro per il bicchiere di minerale. Fai la spesa, lo stretto necessario: un chilo di pane lo paghi 4 litri, mezzo chilo di pasta un litro abbondante, 2 litri per la Coca Cola». Il latte al posto del denaro, una riflessione pubblicata dal candidato governatore di Autodeterminatzione Andrea Murgia per raccontare la crisi del prezzo del latte.

«La bolletta dell’azienda l’hai già staccata perché non era sostenibile, quella di casa ti costa un litro al giorno di sole spese fisse, e un altro litro ogni 10 kWh – prosegue Murgia -. Abbanoa quando arriva ti porta via 300 litri. Il bambino fa la collezione di figurine, per ogni bustina un litro scarso. Il parcheggio in centro a Cagliari ti costa quasi un litro ad ora, una bottiglia di vino accettabile non meno di 10 litri. Un bel baffo di bottarga almeno 35 litri. Se ti fermi in un ristorante decente ne devi mungere 40».

«Questo se tutto funziona bene e se ti pagano i 70 centesimi che ti hanno promesso – argomenta il candidato della coalizione indipendentista -. Non sempre va così bene. Non puoi programmare perché non sai quanto ti pagheranno, non puoi smettere di mungere perché non puoi fare altro. Il consulente può attendere ma la camera di commercio si ricorda sempre che sei iscritto, le rate INPS arrivano puntuali. Per fortuna il veterinario ti capisce e ti aiuta. Almeno quei maledetti premi arrivassero in tempo per pagare il mangime, il foraggio, i pezzi di ricambio del trattore e l’assicurazione della macchina. No, non arrivano, sono sempre in ritardo. Arriva il Natale, ci sarà l’agnello arrosto, la festa, la famiglia…60 centesimi, niente festa. Domani, di nuovo, come ogni giorno a vedere l’alba in campagna».

«Abbiamo scritto questo pezzo per raccontare la crisi di un settore dove il prodotto copre l’80% dei costi di produzione (se va bene) – commenta Murgia per presentare la sua riflessione -. Noi abbiamo formulato una proposta non ideologica e immediatamente applicabile. La Regione Sardegna non è stata in grado di intervenire sulla sovrapproduzione del Pecorino Romano, lasciando i produttori in balia di un mercato fragilissimo dove anche piccole oscillazioni fuori dalla soglia prevista di 270.000 quintali provocano variazioni di prezzo insostenibili. Soprattutto non è in grado di sostenere i produttori nella ricerca di nuovi mercati e nella diversificazione dei prodotti, né è in grado di valutare gli effetti dei pochissimi interventi realizzati. Per sostenere l’allevatore in caso di tempi troppo lunghi nell’elaborazione delle pratiche, faremo in modo che le somme siano anticipate da una banca convenzionata. Accelerare la spesa del PSR con lo scorrimento delle graduatorie per tutte le domande di investimento compreso il premio di primo insediamento».

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