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Dieci giorni nel pozzo: oggi si saprà se il piccolo Julen è ancora vivo

pozzo bambino spagna

Oggi si saprà se il piccolo Julen è vivo: i lavori dei soccorritori per cercare di salvare il bambino di 2 anni caduto in un pozzo vicino Malaga 9 giorni fa, domenica 13 gennaio, proseguono senza sosta. Come riporta il Corriere, ieri si erano rallentati a causa dalla consistenza rocciosa del terreno: le autorità hanno spiegato che la trivella usata per creare un corridoio parallelo al foro dove è caduto il piccolo ha colpito un tratto roccioso. Gli adulti non sono riusciti ad infilarsi nel pozzo che ha solo 25 centimetri di diametro ed è profondo 110 metri e i macchinari sono stati bloccati dal suolo troppo duro e da una formazione rocciosa.

Finora nessun contatto vocale è stato stabilito con Julen. L’unico segnale della sua presenza, riferiscono i soccorritori, erano stati alcuni capelli trovati nel pozzo che combaciano con il suo dna. I soccorritori sperano di trovarlo ad una profondità di 72 metri dove il terreno roccioso ha impedito di andare più in profondità. Nella galleria verrà infatti calata una capsula metallica che permetterà di costruire un tunnel orizzontale verso il punto in cui si troverebbe Julen. Sembra di rivivere i giorni di quel lontano giugno 1981, quando Alfredino Rampi precipitò per caso in un pozzo artesiano a Vermicino, lasciando tutta l’Italia con il fiato sospeso per quattro lunghi giorni.

I soccorritori sperano di trovarlo ancora in vita, dicono che si può resistere fino a dieci giorni in quelle condizioni. I genitori, Victoria García e José Roselló, sono assistiti da un’equipe di psicologi. Nel 2017 hanno già perso un altro figlio di tre anni, stroncato da un infarto improvviso.

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