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Forestas, il Governo impugna la legge ma il sindacato Sadirs non ci sta: «Continueremo a lottare»

«Il Consiglio dei Ministri, come noto, ha impugnato la legge che prevedeva il passaggio al contratto regionale (CCRL) del personale a tempo indeterminato di Forestas» si legge scritto in un comunicato di Sadirs divulgato, fra gli altri, anche agli organi di stampa.

Di seguito, il comunicato ufficiale riportato integralmente.

«Non ci addentreremo nei particolari tecnici, non avendo la competenza dei numerosi esperti giuscostituzionalisti da social network o degli autori di lettere inviate al Ministro da chicchessia, ma occorre fare due considerazioni.

1) La legge 43 non conteneva nulla di diverso da tante leggi presentate dalla regione Sardegna in materia di personale. Una fra tutte, la legge 13/2006 che prevedeva all’art. 32 il passaggio degli operai dei consorzi ortofrutticoli al CCRL dopo la “scrittura di una compiuta disciplina”, in modo identico a quanto previsto dall’articolo 2 della Legge 43 per Forestas. Oppure la Legge 9/2016 (istitutiva dell’Agenzia Regionale ASPAL) approvata due settimane dopo la Legge Forestale, che ha previsto l’assunzione di personale a tempo determinato con l’attribuzione del CCRL.

2) Le motivazioni dell’impugnazione del governo mal si conciliano con la possibilità che lo stesso Consiglio regionale ebbe nel 2016 di attribuire (con la Legge n. 8) ai lavoratori di Forestas un contratto – quello degli addetti alle sistemazioni idraulico-forestali. Se oggi è impossibile per la regione Sardegna attribuire il CCRL, non si comprende, invece, come ieri fosse possibile attribuire un contratto che nemmeno viene discusso da una parte pubblica. Un contratto previsto dalla L.R. 31/1998 e dalla L.R. 24/2014 (istitutiva del “Sistema Regione ”) non va bene, mentre invece un contratto negoziato da parti private, senza controllo di parte pubblica, al di fuori delle regole della legge 31 e del D. Lgs 165/2001 va bene?

Sembra, quindi, di trovarsi di fronte ad un diritto a corrente alternata, in cui, a seconda dei soggetti proponenti o degli interlocutori, valgono o meno le regole.

È fuor di dubbio, altrettanto, che il nostro assessore al Personale non si sia scomodato per andare a spiegare al Governo le ragioni che stavano alla base di questa legge, diversamente da come fatto per Aspal, Hydrocontrol e recentissimamente per AraS, nemmeno di fronte alle osservazioni scritte fatte dal Ministero.

E sarà lo stesso assessore a dover spiegare ai semestrali cosa accadrà in questo anno che ci separa dalla decisione della Corte costituzionale, dopo che finalmente si era riusciti ad uscire da uno stallo che durava da anni e dopo la roboante conferenza stampa della settimana scorsa.

E ancora, non bisogna dimenticare, che questo stesso governo nazionale ha impugnato la legge regionale 40 con la motivazione che la Regione non può nemmeno negoziare un contratto integrativo (CIRL) che preveda delle somme a favore dei lavoratori (mentre lo hanno fatto nel 2018 la Campania, la Sicilia ecc).

Quindi, riassumendo, dopo due anni di lotte, ci troviamo in questa situazione:

  1. abbiamo un CCNL non applicabile né rinnovabile perché non rispetta le norme sul Pubblico Impiego e perché manca una parte pubblica che lo possa firmare, e non ci viene applicata la tabella economica dello stesso CCNL , nonostante qualcuno abbia l’indecenza di sostenere che ce lo stanno applicando, raccontando ai lavoratori che l’adeguamento agli indici IPCA sia “ il rinnovo contrattuale 2018”;
  2. non abbiamo la possibilità di avere un contratto integrativo (CIRL) perché il Governo afferma che non è possibile che questo contratto disponga somme ulteriori a favore dei lavoratori, e questo si aggiunge al problema di non poter assolutamente adattare dal punto di vista normativo il CCNL alle esigenze di Forestas;
  3. non abbiamo il CCRL , che vale per tutte le altre Agenzie ed Enti del “sistema regione” perché il governo, non si sa in risposta a quali “ pressioni ” o per “ difendere il sistema previdenziale privato dell’agroindustria ” ha deciso di impugnare la nostra legge.

A noi non interessa trovare responsabilità politiche in questa fase ma crediamo che sia urgente che l’Assessore spieghi ai lavoratori di Forestas e soprattutto ai colleghi ex semestrali quale sarà la loro sorte fino alla decisione della Corte costituzionale perché oggi, in questa situazione di confusione politica, di fantadiritto costituzionale e di mercificazione previdenziale, a rimetterci sono solo e sempre gli stessi 5000 lavoratori che aspettano da anni di essere considerati al pari di tutti gli altri lavoratori del sistema Regione.

La Regione ringrazia: in prospettiva continuerà a risparmiare oltre 5 milioni di Euro all’anno sui dipendenti di Forestas, continuando a stanziare per Forestas otto volte meno risorse di quelle destinate al “restante sistema regione”. Avere cinquemila dipendenti di “serie B” che continuano a lavorare nelle peggiori condizioni e senza istituti contrattuali applicabili, è un bene per la Sardegna in vista della prossima campagna Antincendio? Spiace pensare che per scoprirlo, dovremo ancora attendere, a meno che il Consiglio Regionale non difenda immediatamente le proprie scelte, prese quasi all’unanimità il 14 novembre scorso.

Noi continueremo a lottare perché alla fine tutti i lavoratori di Forestas abbiano un contratto come tutti gli altri e assumeremo nei prossimi giorni le decisioni necessarie a farci sentire in questa campagna elettorale, così come abbiamo fatto in quest’ultimo anno».

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