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Folklore, Magia e Tradizione: la storia di Eurania e Florindo, i Romeo e Giulietta della Sardegna

La storia di Eurania

Oggi siamo abituati a vivere serenamente le relazioni amorose, scegliendo autonomamente il nostro partner, senza per forza accettare o condividere l’opinione della nostra famiglia. Non è sempre stato così semplice compiere questo tipo di scelta, soprattutto in tempi più antichi come insegna la storia di Eurania di Thalasai e Florindo.

Tanto tempo fa, racconta la leggenda, sopra un colle vicino a Sedilo dove si erge il nuraghe di Thalasai, abitava un marchese ricchissimo che aveva una figlia molto bella chiamata Eurania. Oltre ad essere molto bella, Eurania aveva anche una splendida voce e uno tra i suoi passatempi preferiti era quello di cantare alla finestra dolci canzoni.

Sedilo

Un giorno passava da quelle parti un giovane di nome Florindo che era un musicista e non usciva mai di casa senza le sue launeddas e, rapito dalla bella voce della ragazza, decise di accompagnare il suo canto con un po’ di musica. Tra i due nacque subito un’intesa unica e questo divenne presto un loro appuntamento fisso. Non trascorse tanto tempo quando i due si scoprirono perdutamente innamorati l’uno dell’altra. Tuttavia Eurania, sebbene fosse davvero felice di questo loro amore, venne sopraffatta anche da un grande senso di tristezza: sapeva benissimo che sua padre non le avrebbe mai permesso di sposare Florindo che era un semplice pastore.

Le launeddas

La ragazza aveva perso la voglia di cantare, non era mai di buon umore, ma il padre continuava a rimaner fermo sulle proprie opinioni. Florindo, invece, che aveva a cuore la salute della sua amata, decise di partire e cercare fortuna in Oriente. Sperava che se fosse riuscito a diventare un uomo ricco, il padre di Eurnia avrebbe acconsentito alle nozze.

Eurania era molto fiduciosa e ogni giorno che passava attendeva pazientemente che il suo amore tornasse, però di Florindo ancora non si avevano notizie. La giovane donna era molto bella e nessuno pensava sarebbe rimasta sola a lungo. Un  giorno arrivò nei pressi del Nuraghe di Thalasai il marchese di Iloi: ricco e potente, la sua dimora era presso il nuraghe di Iloi, separato da quello di Thalasai solo da una vallata. Il marchese voleva chiedere in sposa Eurania. 

Nuraghe Iloi

Il padre della ragazza era al settimo cielo, ma non aveva fatto i conti con la forza di volontà di Eurania che continuava a ribadire a gran voce: «Preferisco uccidermi piuttosto che sposare il marchese!».

Se il marchese di Thalasai affrontava di buon grado il rifiuto della figlia, non si poteva dire lo stesso del marchese di Iloi che, invece, si sentiva così offeso da Eurania che decise di dichiarare guerra a suo padre. Fu un confronto asprissimo. Molto sangue fu versato in quelle terre e, dato che nessuno dei due marchesi aveva la meglio, il conflitto si protraeva nel tempo, mietendo giorno dopo giorno altre vittime innocenti. Eurania iniziava a sentire dentro di sé i sensi di colpa sempre più violenti che la tormentavano giorno e notte.

Trascorsero ben cinque anni e di Florindo ancora niente, così Eurania estenuata dall’attesa e dai sensi colpi si arrese e decise di sposare a malincuore il marchese per porre fine a quell’insensata carneficina. Montò sul suo cavallo e si diresse verso il nuraghe di Iloi. Il marchese, trionfante, ordinò di cessare la battaglia e di preparare un grande banchetto per festeggiare le nozze imminenti.

Dopo il matrimonio, gli invitati ridevano, mangiavano e bevevano al ricevimento, congratulandosi con la nuova coppia, tutti sembravano divertirsi tranne la povera Eurania: sul suo volto non comparve mai un sorriso, anzi sembrava che fosse sempre in attesa di fare qualcosa, come se stesse aspettando il momento giusto. Ad un certo punto, incrociò lo sguardo del padre e fece un’espressione strana da interpretare, come se volesse chiedergli scusa.

Eurania approfittò di un momento in cui nessuno la stesse guardando e, velocemente, lasciò cadere una strana polvere bianca dentro il suo bicchiere, bevve un piccolo sorso e dopo qualche minuto, improvvisamente, stramazzò al suolo tramortita. L’atmosfera festosa si tramutò in lugubre e tetra e, invece dei canti di gioia, si iniziarono ad intonare gli attitos, cioè i canti funebri.

La leggenda narra che, proprio in quel momento, in lontananza si udirono deboli suoni di launeddas: era proprio Florindo in persona che rientrava dall’ Oriente e man mano che lui si avvicinava la melodia si faceva più forte. Quelle note raggiunsero anche le orecchie di Eurania che, in fin di vita, alzo debolmente la testa alla ricerca del suo amato: fu un frazione di secondo, poi abbassò il capo e, purtroppo, non lo sollevò mai più.

Di Florindo non si seppe più niente, né lo si vide ancora. Furono ritrovare solo le sue launeddas, spaccate in tanti pezzi, di fronte al nuraghe di Thalasai. 

La storia dal triste epilogo di Eurania e Florindo si racconta e si  tramanda di generazione in generazione. Inoltre, questa leggenda è citata da diversi autori come da:

– G. Bottiglioni in “Leggende e tradizioni di Sardegna”, Genéve, Ed. Olschki, 1922;

-F. Tancredi, “Eurania di Thalasai”, Sassari, 1882;

-A. Costantino Evangelista, “Leggende della Sardegna”, Bologna, Cappelli, ed. 1971;

-D. Turchi in “Leggende e racconti popolari della Sardegna”, Newton Compton Editori, 1994;

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