Site icon cagliari.vistanet.it

Cagliari, Natale a luci basse per la vendita di giocattoli

Natale è passato e a Cagliari la vendita di giocattoli non ha entusiasmato i commercianti, almeno come anni fa. In tanti , sì,  hanno preso d’assalto i  negozi del centro, soprattutto nelle ultime ore a ridosso dalla Vigilia, alla ricerca del giocattolo del momento, ma con  costante attenzione al portafoglio. Qua e là, tanti pacchetti, ma spesa molto oculata. Colpa della crisi, certo, che attanaglia anche Babbo Natale e per i commercianti le alte spese di gestione di un negozio lasciano ben pochi margini di guadagno. Se ci si aggiungono poi il calo demografico e l’online, le cose diventano ancora più difficili. Mamme e papà, tuttavia, rimangono i migliori clienti, pronti a svenarsi pur di regalare al proprio figlio un Hulk o uno Spiderman. Non da meno anche i nonni, pensione permettendo.

«Com’è andato quest’anno? Con molti “se” e molti “ma”» commenta Paolo Bitti, da anni a Cagliari un’istituzione del mondo dei giocattoli con “Zorro” nella via Sonnino «nei giorni precedenti al Natale siamo stati molto attivi e abbiamo cercato di accontentare il cliente in ogni modo, anche con qualche “compromesso” del mestiere. Ma si è venduto per galleggiare e il guadagno non è stato alto, rispetto ad anni fa». La corsa ai pacchetti da mettere sotto l’albero c’è stata e il locale al centro del capoluogo si è riempito, ma la gente ha acquistato meno e ha cercato di risparmiare di più,  canta lo scontrino. Senza contare le varie spese di gestione che assottigliano gli incassi «Oggi fare impresa è difficile – sottolinea Bitti –  e per un dipendente qui si spendono 130 euro al giorno». Colpe, seppur parziali, anche al calo della natalità che in un settore come questo è una mannaia: «Sarebbe opportuno confrontare diversi dati. Ma alcuni miei colleghi nel nord Italia, ad esempio, sono disperati. Per il target 0-3 anni non si vende niente».  E per quanto riguarda il commercio via internet « Online? Anche noi in qualche modo ci siamo e lì riusciamo a vendere le eccedenze».

Discorso non molto diverso qualche chilometro più lontano dal centro. Il post Natale è il momento di fare un bilancio per Tommi Siddu di “3C di Sabrina Trogu”,  un tempo noto come “Corrado Trogu” nella via Trincea dei Razzi: «Abbiamo venduto, sì. Ma gli incassi sono stati inferiori a quelli di altri anni fa. I clienti ci sono ma spendono poco. I migliori? Sempre i genitori». Siddu non risparmia commenti sul commercio online: «La gente spesso compra via internet, ma anziché risparmiare, in alcuni casi, ci perde. Molti clienti, qui, hanno trovato lo stesso prodotto decisamente meno caro».  E per quanto riguarda il calo demografico, spiega «Ci sono meno bambini, è vero. Ma quei pochi sono spesso viziati e quindi c’è una sorta di compenso».Tra i giocattoli più venduti, quelli riguardanti i personaggi d’animazione del momento, ma tra gli scaffali poco spazio alla tecnologia: «Giochi tecnologici? Ormai si vendono poco, i ragazzini scaricano tutto online».

Nel corso Vittorio Emanuele II poche soddisfazioni per Elisabetta di “Bolla Giocattoli”: «I miei clienti? Li ho avuti, sì. Poteva andare meglio o forse peggio. Vediamo il bicchiere mezzo pieno». Per quello che è un altro pilastro del commercio del centro ci sono altre grane: « Il vero problema è la limitazione della strada. La gente si ferma fino alle bancarelle di Natale e oltre non va. I lavori in corso poi, eterna incompiuta, fanno da tappo». Nessuna paura però per il commercio online: «Becchi sempre fregature. E tanto, alla fine, i clienti tornano sempre qua».

Exit mobile version