Site icon cagliari.vistanet.it

Minorenni rom costrette a prostituirsi anche in gravidanza. 28mila euro per il nascituro

prostituzione-foggia

Segregavano e costringevano a prostituirsi minorenni anche durante la gravidanza. Sei persone di etnia rom e origine rumena sono state arrestate dalla squadra mobile della questura di Foggia per sfruttamento della prostituzione minorile e riduzione in schiavitù. Della segregazione delle ragazze nel campo nomadi si sarebbe occupata principalmente Mariana Raluca Iovanut, 27 anni, che avrebbe partecipato alle attività illecite del gruppo familiare, all’interno del quale si era inserita quale compagna di Solomon Costache, 26, quest’ultimo uno dei figli del capofamiglia Febronel Costache, 47 anni. La donna assisteva a tutte le condotte illecite commesse ai danni delle vittime senza intervenire in loro aiuto, controllandole durante l’attività di prostituzione, e acquistando i preservativi da fornire alle vittime. Dal pestaggio e dalla fuga di una minorenne, che poi ha riferito quanto le era accaduto alla Polizia, il 3 settembre scorso, sono partite le indagini. È stata lei a riferire di essere stata costretta a prostituirsi fino al settimo mese di gestazione.

Come riportato dall’Ansa, le indagini hanno accertato che quella di costringere le minorenni a prostituirsi anche durante la gravidanza fosse una prassi consolidata. Di fronte al rifiuto opposto dalle vittime, le stesse sarebbero state picchiate senza pietà. Una delle ragazze era incinta al settimo mese: gli aguzzini volevano vendere per 28 mila euro il bambino. Una delle persone finite oggi in carcere avrebbe proposto agli altri «la possibilità di vendere il nascituro ad un soggetto da lei conosciuto per la somma di 28mila euro».

In due mesi di indagini sono state raccolti i racconti delle vittime, fatti riconoscimenti fotografici, sopralluoghi, accertamenti tecnici su telefoni e social network, scoprendo «uno spaccato di cui si ignorava l’esistenza nel nostro territorio». «Le condotte dei fermati – dicono gli inquirenti – sono connotate da allarmante gravità, attesa la loro efferatezza e il disprezzo per la vita umana dimostrati dagli indagati, soprattutto in danno di giovani vittime minorenni e dei nascituri che portavano in grembo; gli stessi hanno, pertanto, dimostrato una totale indifferenza per le condizioni di particolare fragilità delle vittime e di non possedere il benché minimo sentimento di pietà verso le stesse».

Exit mobile version