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Triennale di Milano: il Premio Urbanistica 2018 va alla Rete ciclabile della Sardegna ideata dal Cirem

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Il 21 novembre scorso alla Triennale di Milano il team di ricercatori del Cirem (Centro interuniversitario ricerche economiche e mobilità delle Università di Cagliari e Sassari), con il progetto della Rete ciclabile della Sardegna nella categoria “Innovazioni tecnologiche per la gestione urbana”, ha vinto Premio Urbanistica 2018. Il premio è stato conferito da Urbit, società operativa dell’Istituto nazionale di urbanistica che si occupa dell’organizzazione di Urbanpromo.

Italo Meloni – direttore del Cirem dal 2014, ordinario di Pianificazione dei trasporti, dipartimento Ingegneria civile, ambiente e architettura dell’Università di Cagliari – è stato premiato da Stefano Stanghellini (presidente Urbit), Valentina Cosmi (relazioni esterne Urbit, coordinamento Premio urbanistica) e Paolo Galuzzi (direttore rivista Urbanistica). L’Istituto nazionale di urbanistica ha inoltre dedicato ai vincitori un supplemento alla rivista Urbanistica 160. Inoltre, anche quest’anno la Rete ciclabile della Sardegna è presente all’interno della gallery online di Urbanpromo.

Lo staff del Cirem

Duemilacento chilometri da Arzachena a Villasimius

Lo staff coordinato da Italo Meloni ha individuato una rete che si snoda lungo il territorio isolano per circa 2.100 chilometri e vede coinvolti numerosi centri abitati, aree naturali, siti Unesco, punti di interesse e nodi di trasporto extraregionali e interregionali. «Nel 2015 la Regione Sardegna ha riconosciuto la mobilità ciclistica come fattore strategico nella pianificazione regionale delle infrastrutture prioritarie. Con l’Arst soggetto attuatore e Cirem per l’impostazione metodologico-scientifica, è stata avviata la definizione del Piano regionale della mobilità ciclistica con la contestuale attivazione della procedura di Valutazione ambientale strategica (Vas). Questo processo – spiega il professor Meloni – ha consentito la costruzione di un vero e proprio progetto di territorio esteso all’intera isola. I lavori hanno portato lo scorso 31 luglio all’adozione del Piano unitamente alla Vas, da parte della Giunta regionale».

Il Piano ha visto l’applicazione di una metodologia pianificatoria che individua attraverso un approccio di sistema un complesso di interventi, azioni e misure integrate di infrastrutturazione fisica e sociale finalizzate a promuovere l’uso della bicicletta come mezzo di spostamento quotidiano, di svago, sport e turismo. Nel Piano sono individuati gli itinerari della rete ciclistica regionale. Tra questi, si individuano 52 itinerari per una lunghezza totale di 2.649 km (di cui 550 km bici più treno); 256 centri abitati attraversati; 231 territori comunali attraversati; 63 Sic, 22 Zps, due parchi nazionali e quattro regionali in prossimità della Rete; tre siti Unesco (un sito patrimonio mondiale, un geoparco e una riserva della biosfera). Ma non solo. In prossimità della Rete sono presenti 747 punti di interesse (di cui 248 spiagge), tre borghi di eccellenza, otto porti commerciali (24 porti turistici), 49 stazioni ferroviarie e 432 fermate Arst extraurbane.

Nella ricerca il professor Meloni ha coinvolto giovani ricercatori e dottorandi, specialisti in architettura, ingegneria, sociologia e marketing. Tra questi, Beatrice Scappini, Giovanni Tuveri, Ilaria Argiolas, Nicola Mura, Cristian Saba, Veronica Zucca, Francesco Porru, Eleonora Sottile, Vittoria Concas, Matteo Gravellu, Marco Garau, Francesco Piras e Lucia Pintor. «L’idea è quella di pianificare e attuare un sistema di mobilità incentrato sull’uso della bicicletta con l’individuazione di una serie di azioni, misure e interventi combinati, coordinati e integrati di natura infrastrutturale, fisica e sociale. L’obiettivo è quello di diffondere l’utilizzo della bicicletta, aumentando il numero dei ciclisti, tra spostamenti feriali e festivi. Il Piano di un sistema di mobilità ciclistica in un territorio come sardo – aggiunge Italo Meloni – si configura come un Progetto che promuove sia un diverso modo di visitare e fruire del territorio, sia occasioni e opportunità di crescita economica valorizzando i territori attraversati e integrando differenti contesti, costieri e dell’entroterra, a bassa e alta intensità insediativa». Un percorso con una filosofia precisa: «Legittimare la mobilità ciclistica e le ciclovie come oggetto strategico delle politiche regionali».

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