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Dalia Kaddari, medaglia d’argento alle Olimpiadi Giovanili: «A Quartu non possiamo allenarci»

La sua specialità sono i 200 metri, è Campionessa italiana under 18 outdoor 2017 e 2018, medaglia d’argento alle olimpiadi giovanili di Buenos Aires, quarta agli europei di Gyor, record olimpico giovanile e record italiano di categoria, prima nella graduatoria europea e decima al mondo under 18 accanto alle fortissime ragazze giamaicane e americane. E se si calcola che ha cominciato a praticare questa disciplina sportiva solo tre anni fa, che studia al liceo linguistico, che viaggia tanto per le competizioni, che per divertimento fa la modella, che come tutti i ragazzi della sua età frequenta gli amici e ogni tanto parte in Marocco a trovare la nonna paterna, si può anche parlare di forza della natura! Dalia ha 17 anni, è da poco rientrata dall’Argentina dove ha disputato le Olimpiadi Giovanili, portando a casa, a Quartu, una preziosissima medaglia d’argento.

Ma nella sua città non può allenarsi : «Adesso ci alleniamo al campo C.O.N.I. in viale Diaz,- spiega Dalia- prima gli allenamenti si svolgevano a Quartu, al campo di Is Arenas, poi è arrivato il Cagliari Calcio, ci ha giocato una partita, sono intervenuti per iniziare i lavori, ma adesso, per le note vicende di cronaca, è tutto fermo e il campo è impraticabile. Purtroppo la nostra società è dimezzata- racconta Dalia- eravamo un bel gruppone, ma in molti hanno rinunciano, perché soprattutto per i più piccoli che devono essere accompagnati a Cagliari è un problema». Dalia è nata a Cagliari, nel 2001, da mamma sarda e papà marocchino: «una parte della mia famiglia vive in Marocco e ogni tanto vado a trovare mia nonna, quest’anno- racconta orgogliosa la giovane atleta- ci sono andata da sola». Che Dalia sia una ragazza indipendente non deve stupire, è abituata a viaggiare per le gare, solo a ottobre ha trascorso una ventina di giorni in Argentina per le Olimpiadi Giovanili, anche per questo studia lingue: «all’università vorrei fare scienze motorie, voglio lavorare nel mondo dello sport, comunque conoscere le lingue è importante, già adesso mi è utile».

Anche se non è semplice Dalia riesce a conciliare la scuola e gli allenamenti, si allena 4 o 5 volte a settimana per un paio d’ore: «alcuni professori comprendono e sono un po’ più tolleranti- prosegue l’atleta- altri meno, ultimamente sono più comprensivi, non pretendo una corsia preferenziale, però è normale che ci siano dei periodi in cui non posso dare il massimo perché sono concentrata sulle gare, anche coi compagni, alcuni mi sostengono, altri no, ma io vado avanti lo stesso». Oltre che un’atleta promettente Dalia è una bellissima ragazza, anche se per ragioni legate allo sport è seguita da un nutrizionista, mangia di tutto, ha un fisico da modella e forse anche per questo ogni tanto si diverte a posare: «niente di professionale- precisa la giovane- per me al momento è un passatempo, conosco un fotografo e ogni tanto mi metto d’accordo con alcuni stilisti che mi prestano i loro abiti e facciamo dei servizi fotografici».

Anche nel modo dell’atletica spesso emergono casi di doping, e non solo ai livelli più alti, ma su questo aspetto Dalia è categorica: «non è una questione di età, se sei in un gruppo sano non succede- precisa la ragazza- e comunque per me è sbagliato a prescindere, non potrei mai prenderlo in considerazione, non esiste proprio, non lo tollero». Adesso dopo questo breve ponte durante il quale si è concessa due giorni di riposo, Dalia riprende con lo studio e gli allenamenti, a breve non ci sono competizioni in programma, quindi si dedicherà alla preparazione invernale: «se ti organizzi riesci a fare tutto- conclude la bella velocista- certo qualche rinuncia si fa, ma ne vale la pena, se riesco e anche grazie alla mia società, la Tespiense e il centro medico I Mulini che mi seguono. Il mio modello? Allyson Felix, mi piace la sua tecnica, il suo modo di correre, la sua scioltezza». La Felix, statunitense, ha vinto l’oro nei 400 a Pechino 2015, e noi facciamo un grande in bocca al lupo a Dalia, le manca poco per gareggiare coi “grandi”, e sarebbe bellissimo se portasse in Sardegna un oro olimpico, così magari la sua città le sistemerebbe il campo in cui lei e i suoi compagni possano allenarsi!

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