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Rivoluzione facoltà di Medicina: abolito il numero chiuso. Non ci sarà più il test di ingresso

test medicina

Rivoluzione Università: abolito il test d’ingresso a numero chiuso per Medicina. Si tratta di una novità prevista nel comunicato stampa di Palazzo Chigi dedicato alle misure passate ieri al consiglio dei ministri. Al ministero della Salute dicono di non sapere niente della misura e per ora non la commentano.

Come riporta Repubblica l’effetto di una cosa del genere sull’organizzazione delle Università sarebbe dirompente, basti pensare che quest’anno su 67mila candidati sono passati in 10mila, cioè coloro che hanno superato il test e sono entrati nel numero chiuso. E’ facile comprendere quale sforzo organizzativo richiederebbe agli atenei far entrare tutti e non solo dal punto di vista delle aule dove si svolgono i corsi. In generale andrà riorganizzata tutta la didattica, cosa che richiederà fondi extra. Tanto più che probabilmente il numero chiuso scoraggiava alcuni giovani diplomati, che temendo di essere bocciati non si presentavano nemmeno. Con l’apertura a tutti, dal prossimo anno a Medicina potrebbero iscriversi ancora più persone di quelle che normalmente si candidano al test.

Il problema principale del reclutamento dei medici da parte del servizio pubblico in questo momento, tra l’altro, ha a che fare con le scuole di specializzazione, cioè si presenta in una fase successiva rispetto all’ingresso alle Università. Per formare cardiologi, internisti, chirurghi generali eccetera quest’anno sono state bandite 7mila borse di studio per laureati in medicina. Si tratta di un numero inferiore ai circa 10mila laureati ma anche a quello dei medici che dovrebbero andare in pensione (circa 8mila). Ammettere tutti a Medicina senza aumentare le borse di specializzazione non servirebbe quindi ad far crescere il numero degli specialisti pronti ad entrare in ospedale o a diventare medico o pediatra generico, perché l’imbuto si trova appunto nelle scuole di specializzazione.

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