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Cagliari, le cartolibrerie Collu e Dettori unite contro la crisi. Nuova vita nel corso Vittorio Emanuele II

Tonio Collu e Silvia Collu della cartolibreria Collu-Dettori

Tonio Collu e Silvia Collu della cartolibreria Collu-Dettori

A Cagliari, nuova vita per Collu , la cartoleria del corso Vittorio Emanuele, che dopo un lungo stop riapre i battenti, unendosi alla libreria Dettori, trasferita dalla via Cugia al centro storico cittadino.  Ottimista il titolare Tonio Collu, che in questa seconda fase vede solamente il meglio: «Ho incominciato nel 1980 come cartolaio e non posso che aspettarmi qualche cosa di migliorativo». Tanti anni di onorata carriera, certo, ma nel corso del tempo i cambiamenti ci sono ed evidenti, soprattutto con l’avvento del digitale, nonostante la cartoleria sia diventata a poco a poco un’istituzione sempre pronta a servire chiunque avesse bisogno di carta e penna. Per poi arrivare alla chiusura,  obbligata a  causa dei lavori nel corso che non permettevano il regolare transito pedonale:« Ora però siamo ottimisti e si riparte».

Stesso entusiasmo mostrato anche anche dall’altra Collu, Silvia, che da quindici anni ha rilevato la cartolibreria Dettori, un tempo circolo culturale e oggi nota a tutti agli studenti ed ex del liceo classico cagliaritano. Nata sessant’anni fa, ora nella cornice del Corso trova nuova linfa: «Crediamo fortemente nelle potenziali di crescita e miglioramento del corso, soprattutto per noi commercianti». Una categoria, di sicuro, soprattutto in Sardegna, costantemente morsa dalla crisi, e se si “zooma” su quella dei librai non è difficile trovare un altro nemico: «In questi ultimi anni il commercio ha subito delle trasformazioni, causate dall’avvento di Internet. La sorte di tante attività nel cuore di Cagliari è stata segnata dal web e oramai la città è preda della desertificazione».  Ora, però, i librai devono trovare soluzioni nuove, magari coinvolgendo anche quella categoria di utenti un po’ restii alla lettura, come i giovani: «Non è facile portare i ragazzi nelle librerie, sebbene noi nella vecchia sede cercassimo di organizzare incontri letterari. Tuttavia, ci sono tanti giovani che amano ancora la carta più che il digitale». Altro nemico, quasi scontato, la già citata crisi economica che non risparmia neanche il libro e che porta le persone a regredire culturalmente: «Stiamo tornando indietro, i giovani e anche quelli della nostra generazione, leggono sempre meno. La gente va su Internet e si ferma solo al titolo, credendo di avere capito tutto e senza approfondire».

I tempi cambiano e pure la clientela, sempre più eterogenea, fatta sia da chi ama leggere libri da ottocento pagine, sia da chi predilige libri “mordi e fuggi”: «Si vendono soprattutto i saggi di politica, una passione per molti intellettuali e professionisti» commenta  la Collu. Insomma, nuovi acquirenti nascono e altri spariscono. Se prima i genitori dei “dettorini” si accalcavano davanti al bancone della libreria, all’inizio dell’anno scolastico, alla “conquista” di un manuale di letteratura italiana o di un dizionario di greco e latino, ora queste folle all’arrembaggio, oro colato nel periodo tra settembre e novembre, non ci sono più: basta un clic e il Rocci arriva subito a casa tua.

 

 

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