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Lo sapevate? In viale Bonaria l’unico ristorante a Cagliari con macelleria e pescheria al suo interno

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Esiste un posto a Cagliari dove si può mangiare un ottimo e abbondante menù di pesce freschissimo a soli 35 euro? La risposta è sì e la trovate in viale Bonaria 96, dove, da circa sei mesi, ha aperto “Ristorante 96”, un locale unico nel suo genere, dove tutti i palati vengono accontentati, anche grazie alla presenza al suo interno di tre veri e propri banchi freschi di macelleria, pescheria e salumeria.

Il menù da 35 euro, elaborato dallo chef cagliaritano Maurizio Mele e proposto tutti i giorni a cena, comprende sei sfiziosi antipasti di mare del giorno che ruotano a seconda della disponibilità dei prodotti – per esempio le polpette di polpo e calamaro in crosta di sesamo nero su coulis di pomodoro, gli spiedini di pesce fritti o l’insalatina di mare – un primo del giorno e poi l’astice, servito alla catalana o alla sarda. Incluse nel prezzo le bevande, vino della casa di Argiolas o bibite a scelta. Un menù competitivo disponibile anche nella versione di terra, dove oltre agli antipasti di terra – taglierino di salumi dal banco dei freschi, polpettine di manzo giusto per citarne alcuni – e a un primo del giorno, come secondo viene proposta la bistecca di manzo o cavallo da 600 grammi. Anche in questo caso bevande incluse.

Prezzi competitivi ma qualità prima di tutto. Per questo motivo il titolare Yang, giovane imprenditore cinese di 38 anni innamorato dell’Italia, ha voluto un locale dove i prodotti arrivassero in tavola direttamente dal bancone. La macelleria, la pescheria e la salumeria aggiornano continuamente i propri prodotti a seconda della disponibilità stagionale.

Seguendo un trend molto di moda nelle grandi città, soprattutto a Londra e a Milano, Ristorante 96 ha una fornitissima macelleria gestita dalle mani esperte di Antonello, che ha selezionato le migliori carni disponibili sul mercato internazionale. Dalla Fiorentina scozzese e irlandese alla Tomahawk di Angus irlandese, passando per la Scottona bavarese, la Picanha argentina e uruguayana fino alla lombata Italia disponibile nel taglio di filetto e controfiletto. Ma la carne regina del bancone di Ristorante 96 è sicuramente quella di Wagyu, una razza di bovino giapponese allevata secondo metodi naturali. La caratteristica di questa carne è la sua eccezionale marezzatura con fitte e diffuse venature di grasso insaturo, che la rendono decisamente più gustosa e salutare di una carne normale. Antonello ha optato per la Wagyu australiana, stessa razza di quella giapponese, ma assai più competitiva a livello di prezzo, anche se per un filetto servito al tavolo servono comunque almeno 60 euro. Più abbordabile il Cuberol, una lombata senz’osso, taglio meno pregiato ma forse più gustoso.

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Altro pezzo forte del ristorante di viale Bonaria è il banco di salumi e freschi. Re indiscusso di questo reparto è il Cinco Jotas Jamòn Iberico 100% bellotas (da cosce di maiali allevati con sole ghiande), forse il miglior prosciutto al mondo. Un altro prodotto davvero unico e introvabile è il Culatello di Zibello dop, prodotto in sole 13mila unità all’anno, che viene lasciato a macerare tre giorni nel vino. Antonello, a differenza della lavorazione tradizionale che prevede il Trebbiano (un bianco), utilizza il Cannonau. Grazie al Cannonau il gusto viene “spinto” ancora di più e lo spettacolo per le papille gustative è assicurato. Oltre al prosciutto di Parma e al San Daniele, entrambi con una stagionatura minima di 18 mesi e disossati manualmente, il bancone viene completato con la salumeria Levoni, unica azienda della grande distribuzione a usare solo ed esclusivamente carni italiane. Pezzo forte di Ristorante 96 sono poi i formaggi, tutti prodotti a km 0 del caseificio Cocco di Sinnai. Si va dai nodini di mozzarella alla scamorza affumicata con fumo di nocciola, passando per i pecorini, caprini e vaccini, freschi, stagionati e semistagionati.

La cantina è sterminata e spazia da vini regionali a nazionali e internazionali con una selezione accurata e mai banale, senza dimenticare mai i grandi classici, sempre molto richiesti dai clienti. 

«Ho cercato di immaginare e creare un ristorante che potesse essere vissuto da tutti, sardi e turisti, con la volontà di offrire loro la bellezza e la bontà in modo generoso, sia nei piatti che negli ambienti», spiega Yang parlando della sua creatura. Un esperimento sicuramente riuscito e apprezzato da tanti cagliaritani proprio per la sua fedeltà alla tradizione.

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