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Da Quartucciu ai Mondiali di pallavolo: storia di Stefano Mascia, viceallenatore della Tunisia

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Da Quartucciu…ai Mondiali di pallavolo. È questo il prestigioso cammino che si appresta a compiere Stefano Mascia, trentottenne con il volley nel sangue atteso, a breve, dall’appuntamento più importante della sua carriera. Nato a Quartu ma cresciuto nella vicina Quartucciu, Mascia prenderà parte al massimo torneo pallavolistico internazionale il prossimo settembre a Bari e lo farà in qualità di preparatore atletico e viceallenatore della Tunisia. Una grandissima soddisfazione per lui che comunque non è certo un principiante del mondo del volley, conosciuto da protagonista anche in Francia, dove dal 2016  è responsabile della preparazione dei giocatori dello Chaumont, squadra professionistica militante nella Serie A francese.

Oltralpe il bravo Stefano c’è arrivato dopo una lunga gavetta e a coronamento di quattordici anni d’amore per la pallavolo, un amore sbocciato all’inizio degli anni Novanta.

«Ho iniziato a giocare a pallavolo nel 1991 nell’allora V.B.C Quartucciu del mitico Nino Pau – ricorda Mascia -. Poi sono stato per diversi anni al Gs. Monserrato e qui il mio coach, Pierangelo Serra, mi ha incoraggiato a intraprendere la carriera di allenatore. Fino al 2014 ho portato avanti in parallelo le due attività di giocatore e allenatore. Da ciò si capisce che è nata prima la passione per la pallavolo e poi quella per la preparazione fisica. Infatti il mio interesse verso la pesistica e lo studio dei sistemi di allenamento si è sviluppato in funzione della pallavolo e del miglioramento delle mie performance. Nel 2013 ho preso in gestione con altri due soci una palestra e in seguito con Sara, la mia compagna, abbiamo pensato di specializzarci nella preparazione fisica delle squadre sportive con particolare riferimento alla pallavolo. Nel 2015, così, ho seguito il corso federale per esperti in preparazione fisica nella pallavolo, conseguendo il diploma a dicembre dello stesso anno».

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Come c’è finito poi in Francia e poi in Tunisia?

«Nella stagione 2015-16 allenavo l’allora Gnu Volley Cagliari con cui vincemmo il campionato di serie C. Con i dirigenti ci apprestavamo a formare una squadra competitiva per la serie B ma il giorno precedente alla scadenza delle iscrizioni al campionato nazionale ricevetti una chiamata dal presidente, che mi informò che non avremmo potuto iscriverci perché mancavano i fondi. Potete immaginare la mia reazione, era il primo traguardo importante della mia carriera. Due giorni dopo ricevetti un messaggio dal mio amico Manlio Puxeddu, assistente allenatore a Berlino, che mi chiese se conoscessi qualche preparatore fisico disposto ad andare a lavorare in Francia. Ero in auto con Sara e le domandai chi avrei potuto suggerire per questo ruolo. Lei mi guardò stupita e mi disse: “Tu!”. Così inviai il curriculum e qualche giorno dopo il Professor Prandi mi chiamò per conoscermi e invitarmi ad andare a Chaumont. Il 19 agosto del 2016 iniziai la mia avventura in Francia, che continuerà anche il prossimo anno. La Tunisia, invece, è arrivata dopo che feci una chiacchierata con il coach Antonio Giacobbe durante un torneo di preparazione svoltosi a Chaumont. Qualche mese dopo Antonio mi chiamò chiedendomi se fossi interessato a partecipare ai mondiali con lui e la Tunisia. Ovviamente la mia risposta fu quasi immediatamente “sì!».

Come si trova in Francia e in Tunisia?

 «La Francia ha dal punto di vista lavorativo, in particolare sportivo, una legislazione migliore della nostra. Faccio un esempio: gli allenatori hanno un minimo salariale, un contratto di lavoro con contributi e assicurazione sanitaria e così anche gli atleti. Anche per quanto riguarda la qualità della vita, la Francia offre di più: dai servizi base alla sanità, che è meno onerosa. Per me e Sara è il miglior posto dove vivere in questo momento e con lo scoutman Antonello Andriani abbiamo trovato il nostro piccolo equilibrio da expats. L’unico neo è la cucina ma ci arrangiamo a casa, dove spesso si autoinvitano anche i ragazzi della squadra. Sulla Tunisia non posso dare un parere approfondito: son qui da poco e, vivendo in un hotel 4 stelle a Sousse sul mare, non conosco bene la realtà locale. Da quel poco che ho visto posso dire che è un paese che sta cercando di rialzarsi dopo una dittatura e dopo i due attentati del 2015. C’è da sottolineare che è uno Stato laico e che i ragazzi e le ragazze hanno una vita molto simile a quella dei ragazzi europei. E’ un Paese diverso da come viene descritto; ha sicuramente dei problemi ma consiglio di visitarlo per andare oltre i nostri pregiudizi».

Pensa mai di tornare in Sardegna a vivere e a lavorare?

«Non credo che tornare in Italia e tantomeno in Sardegna sia una cosa fattibile. Prima di tutto per una ragione lavorativa e in secondo luogo per la qualità della vita. Mi piace tornare a casa da Franco e Lalla (i miei genitori) per le vacanze e per farmi viziare e per salutare i parenti e gli amici. Mia madre ormai si è fatta una ragione di avere due figli in giro per il mondo – mia sorella Alice sta a Monaco di Baviera e anche lei come me ha la valigia sempre pronta -».

Ci parli un po’ del suo prossimo impegno, i Mondiali.

«Prima ci saranno i  Giochi del mediterraneo, che si svolgeranno a Tarragona in Spagna dal 22 giugno al 1 Luglio. Sono una vetrina importante per i giocatori giovani ed emergenti in quanto vengono utilizzati dalle Nazionali più importanti come preparazione a eventi più prestigiosi come appunto il Mondiale. Noi, Tunisia, faremo entrambe le cose: basti pensare che due ragazzi che verranno con noi hanno rispettivamente 18 e 16 anni. I Giochi del Mediterraneo saranno sicuramente un buon test in vista dei Mondiali di settembre, in cui l’obiettivo della Tunisia sarà quello di passare il primo turno. Sarà molto complicato perché nel nostro girone, che si disputerà a Bari, ci sono Russia Stati Uniti e Serbia, vere e proprie corazzate, e Australia e Camerun, con cui dovremmo giocarcela. Si vedrà! Nello sport tutto è possibile: d’altronde, uno come me, da Quartucciu, è arrivato ai Mondiali…».

Conquistato il Mondiale, quali saranno i sogni e gli obiettivi futuri di Stefano Mascia?

«Io sono prima di tutto un allenatore. Perciò il mio primo desiderio, che forse è più un obiettivo, è quello di allenare da capo allenatore ai massimi livelli. Ovviamente le Olimpiadi sono il sogno di tutti quelli che fanno il nostro mestiere. Per ora, comunque, mi godo i Mondiali in Italia».

 

 

 

 

 

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