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Diga di Monte Nieddu, il 7 giugno in Regione un vertice per sbloccare i pagamenti degli operai

Sarà il nome della località in cui sorge “Sa stria”, la strega, ma il destino di questa diga sembra davvero stregato. La lunga e tormentata storia di questa diga inizia negli anni ’60 quando fu progettata. A più riprese la sua costruzione nel corso degli anni è stata interrotta, per problemi di varia natura.

Ai primi di marzo l’esito di un sopralluogo dell’Assessore Regionale ai Lavori Pubblici Balzarini e della responsabile della Direzione generale per le dighe e le infrastrutture idriche ed elettriche del Ministero delle Infrastrutture e i Trasporti (MIT) Ornella Segnalini, raccontava di lavori che procedevano speditamente. Purtroppo però stamattina gli operai, circa 80, impegnati nella delicata fase della costruzione dello sbarramento hanno incrociato le braccia per protesta. « Gli operai non hanno percepito lo stipendio di aprile – spiega Erika Collu, segretaria generale della categoria FILLEA (Federazione Lavoratori Legno Edilizia e Affini) della CGIL – un saldo di febbraio e manca all’appello anche l’intera annualità dei versamenti alla Cassa Edile.Hanno lavorato tutto maggio, senza la certezza di essere pagati».

È comprensibile che i lavoratori abbiano deciso di fermarsi «Le maestranze- puntualizza la sindacalista- fino ad oggi non hanno ricevuto nessuna motivazione ufficiale che giustifichi i ritardi nei pagamenti». In tarda mattinata è giunta la notizia di un vertice che si terrà in Regione il 7 di giugno, al quale prenderanno parte i sindacati, il Consorzio, la Astaldi azienda appaltatrice, e la MS Costruzioni ditta per la quale prestano la loro opera le maestranze. «Gli operai non riprenderanno a lavorare fino a quando non avranno delle garanzie – prosegue la Collu- non soltanto sul pregresso e quindi sul pagamento di quanto loro dovuto, ma anche relativamente alle prestazioni future e se durante il vertice della prossima settimana non verranno fornite risposte soddisfacenti continueranno a incrociare la braccia». Bisognerà quindi attendere ancora una settimana per capire se gli operai riprenderanno a lavorare per giungere alla conclusione dei lavori che a marzo le istituzioni competenti prevedevano conclusi nel 2020.

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