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Basket sardo, 2018 annata deludente. Occorre ripartire con rinnovata programmazione

Annata deludente per il basket sardo nei campionati nazionali: pochi obiettivi raggiunti, alcune retrocessioni e tante lacrime. Tra i playoff persi dalla Dinamo Sassari alla retrocessione della Virtus Cagliari c’è un mare di scelte sbagliate che hanno complicato il cammino delle formazioni isolane. Si salva in qualche modo la debuttante Cagliari Dinamo Academy, ma anche in questo caso le speranze erano altre.

Fa male sicuramente la stagione della Dinamo Sassari, crollata dalla vittoria scudetto ad una serie di alti e bassi che hanno avuto il loro culmine durante gli scorsi mesi. Non è mai sbocciato l’amore tra la rosa e Federico Pasquini, per il secondo anno utilizzato nella doppia veste GM-Coach: il ferrarese ci ha provato con tutte le proprie forze, ma il ruolo di allenatore non sembra nelle sue corde. Tra tagli, sfuriate e incomprensioni, i biancoblù sono riusciti a fallire ogni obiettivo: fuori dalle Final Eight di Coppa Italia; fuori dalla Champions League in maniera rocambolesca dopo aver dilapidato un vantaggio considerevole; fuori dai playoff scudetto nonostante il cambio tecnico e la buona volontà delle ultime uscite. Il rammarico sta in un roster discretamente forte che non è mai riuscito a diventare fiore, sbocciare quel tanto che sarebbe bastato per proseguire le sfide fino a giugno. Ora, con Vincenzo Esposito vicinissimo alla panchina sassarese, l’aspettativa è che si possa aprire un nuovo ciclo che riporti in alto il nome della società. Senza indugi e con una metà di roster che si conosce bene: rimarranno infatti Scott Bamforth, Marco Spissu, Achille Polonara, Dyshawn Pierre, Shawn Jones, Giacomo Devecchi e verranno aggiunti degli innesti giovani per rinnovare il parco giocatori.

Bene ma non benissimo la Cagliari Dinamo Academy, primo esperimento italiano di una formazione legata ad una conterranea. Stagione anche qui tra alti e bassi, tra playoff e zona retrocessione, con un pesante saltello dall’una all’altra parte. Una rosa in buona parte acerba ha pagato l’assenza per buona parte del campionato del centro titolare Stephens e l’estro discontinuo dell’americano Keene. Hanno convinto Bucarelli e Rullo, prossimi ad un approdo a Sassari, mentre per altri ci sarà bisogno di rivedere le proprie ambizioni. Con il tecnico Marco Paolini ancora indeciso se rimanere o lasciare, c’è Zare Markovski alla porta in attesa di capire come esser utile. Sicuramente ha le idee chiare la dirigenza dei Pirates, la Fotodinamico Sestu, ritrovatasi a fare i conti con una seconda retrocessione: l’affidamento ad un allenatore vincente come Caboni e un giocatore di esperienza come Vanuzzo non ha dato una svolta alla propria storia, chiusasi con le dimissioni del tecnico e con la discesa in C frutto di nove vittorie e ventuno sconfitte in regular season, cui va sommato lo 0/2 del playout. Verdetto amaro che consiglia una ripartenza imperiosa per ritornare nei campi che gli competono.

Tra alti (pochi) e bassi (tanti) anche la componente femminile. Cade in serie B la Virtus Cagliari dopo ben quindici anni: fatale la sfida fratricida con la San Salvatore Selargius, vincente nella sfida decisiva per 79-65. Un crollo spiacevole dalla A2, torneo che era diventata un po’ la casa delle virtussine e dal quale avevano provato a salire di categoria nel 2010. La rifondazione sarà necessaria, come lo sarà anche per la Mercede Alghero: retrocessa un anno fa e poi ripescata, retrocede nuovamente perdendo la serie playout contro Carugate per 2-0. Una situazione complessa nella quale non è stata prevista il Cus Cagliari, capace di salvarsi all’ultima giornata e proseguire così la sua carriera nella competizione del girone nord di A2, tendenzialmente quello più competitivo. Così il prossimo anno il Cus e il San Salvatore saranno le uniche formazioni a giocarsi la propria posizione in serie A, con l’auspicio di risultati più confortanti.

 

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