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Maratona di Londra: “furbetto” italiano prende una scorciatoia e va più veloce del campione olimpico Mo Farah

ha preso una scorciatoia di 16 chilometri e ha registrato un tempo migliore del campione olimpico Mo Farah, almeno nell’ultima ora e mezza di gara. Come riporta Il Messaggero, Sabino Rinaldi a 59 anni ha tagliato il traguardo della Maratona di Londra in 3 ore e 19 minuti. Ma insieme ad altri tre atleti amatoriali è stato “sbugiardato” dai giornalisti del Times in un’inchiesta pubblicata il 6 maggio. Rinaldi avrebbe tagliato un pezzo del percorso con una scorciatoia che gli ha fatto risparmiare circa 16 chilometri, segnando un parziale migliore di quello registrato dal 4 volte oro britannico. Insomma, una truffa, davanti alla quale il corridore italiano si è giustificato dicendo che non aveva guardato l’orologio.

Con lui è finito sul podio dei bugiardi anche un uomo di 60 anni che ha corso veloce come una tigre per otto miglia e quattro. Ma, ovviamente, è emerso che i corridori hanno perso un’enorme fetta del percorso di 26,2 miglia. Rory O’Connor, questo il suo nome, ha raccolto 2.000 sterline per l’organizzazione benefica della London Community Foundation dopo aver percorso 8,6 miglia in 15 minuti, vicino alla velocità massima di una tigre. O’Connor ha insistito dicendo che aveva «corso ogni passo della maratona», ma poi ha ammesso di aver oltrepassato una barriera per aiutare una persona in difficoltà. Aggiungendo poi di aver proseguito «nella stessa direzione di tutti gli altri».

Altro caso un uomo sulla sessantina con una patologia autoimmune: risultato tra coloro che prendevano scorciatoie. È l’ex giocatore di rugby Chris Walker, che soffre del disturbo autoimmune di Guillain-Barre e stava raccogliendo fondi per aiutare a progredire nella ricerca sulla malattia, ha lui anche tagliato parte del percorso. Incolpando le sue condizioni di salute ha detto: «Sono arrivato a nove miglia e il mio corpo ha fatto i bagagli».

Hugh Brasher, il direttore della maratona di Londra, ha dichiarato al quotidiano londinese: «I nostri processi identificano un numero molto limitato di corridori con anomalie nei risultati e questi corridori vengono contattati dal nostro team di risultati. Se non viene ricevuta alcuna spiegazione adeguata, i loro risultati vengono rimossi e ai corridori viene chiesto di restituire la medaglia».

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