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Lopez ha la fortuna degli scontri diretti a favore, ma la classifica è cortissima e tutta da decidere

Il Crotone vince a Udine, inguaia Oddo e riduce ancora di più la zona salvezza. Ora il Cagliari deve guardarsi le spalle dalla Spal, non certo un fulmine di guerra contro la Roma. Gli scontri diretti fanno tutto: sia nei confronti dei ferraresi che dei calabresi, i rossoblù vantano un piccolo quanto prezioso vantaggio. Diego Lopez però continua a mostrarsi un allenatore inadatto, catapultato in un ruolo che non sa o non riesce ad interpretare.

Lo 0-0 col Bologna viene da una settimana di scelte possibili ma rivelatesi errate. L’aver perduto dal principio la gara con l’Inter ha negato quel passetto in avanti che avrebbe concesso ai rossoblù di star tranquilli. Il tecnico uruguayano ha tentato l’all-in sulla ruota di Cagliari ma è stato scoperto al momento giusto: Roberto Donadoni e i suoi sono giunti in Sardegna senza alcun obiettivo se non quello di non soffrire più di tanto, hanno tenuto con ordine l’assalto iniziale di Pavoletti e compagni, e a seguire hanno abbassato così tanto i ritmi da consigliare come un pareggio fosse buono per tutti. In realtà ai rossoblù sardi mancano due punti pesantissimi, quei due punti che non avrebbero certificato la salvezza ma avrebbero consentito di vivere con meno timore le ultime giornate di campionato. Infatti la classifica è corta, cortissima, con sei squadre nel giro di appena otto punti (sui dodici ancora a disposizione) e un po’ di pensieri per tutti.

Diego Lopez è tranquillo, e ne ha motivo. Gli scontri diretti contro Crotone e Spal sono a favore, le ultime presentano delle sfide da dentro-fuori come quella che opporrà il Verona alla Spal di domenica prossima. Inoltre la trasferta di Genova con la Sampdoria non pare poter essere proibitiva in un momento in cui i blucerchiati hanno mollato mentalmente e stanno ricevendo batoste su batoste che la stanno progressivamente allontanando dalla zona Europa. Eppure, se questo dovrebbe rasserenare, l’atteggiamento del tecnico urta un po’ tutti: non solo ha scommesso male sulla sfida con il Bologna, ma non è sembrato interessato a volgere a favore una partita bloccata. Non un cambio, non un cenno tattico, ma anzi il solito e insistente affidamento sulla testa di Pavoletti che non può essere l’unica arma di una squadra che deve salvarsi.

Nel post partita poi il colmo: « La squadra ha fatto la sua prestazione » ha esordito, « la nostra porta è rimasta inviolata. Siamo avanti per la salvezza, ed oggi siamo scesi in campo con la giusta mentalità. Abbiamo lottato fino alla fine ». A questo punto urge chiedersi a che gioco stia giocando Lopez e se sia realmente ancorato alla realtà. Se sia in grado di ammettere i propri limiti e sia in grado di fare una severa autocritica sulla gestione di una rosa dal buon potenziale ma che col suo metodo sta rendendo come una formazione di serie B. Alla lunga allora, due saranno le cose buone di questo fine campionato: la prima è che il Cagliari si salverà; la seconda è che il prossimo anno ci sarà un altro allenatore.

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