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Lo sapevate? “Omphalos”, il centro del mondo antico potrebbe trovarsi in Sardegna

Omphalos di Sergio Frau - Foto di Scirarindi Festival

Omphalos di Sergio Frau - Foto di Scirarindi Festival

Il centro del mondo? In Sardegna. Di questo è convinto lo scrittore e giornalista Sergio Frau, che ha presentato oggi a Roma il suo libro “Omphalos”, la sua inchiesta che tra mito, storia, letteratura e leggenda approfondisce la tesi secondo cui l’ombelico del mondo sarebbe proprio l’isola.

Sergio Frau non è nuovo a queste tesi singolari che vedono la Sardegna dell’antichità non come una terra periferica e isolata, ma come un luogo di grande civiltà e sviluppo culturale, sociale ed economico, testimoniato nel suo culmine dalla civiltà nuragica. Così, dopo aver individuato insieme ad altri scrittori e intellettuali l’antica Atlantide in Sardegna, Frau è convinto che l’antica “Omphalos”, il centro del mondo descritto da Eschilo nell’opera “Prometeo incatenato”, sia proprio nell’isola.

Sergio Frau – Foto di Festival Scirarindi

«Il mio è il diario di un ignorante che si informa – racconta Frau presentando il progetto in’un’intervista all’Ansa – Se nel primo volume ero partito da un dubbio sulle Colonne d’Ercole, questa volta ho cercato l’Occidente nei testi d’Oriente. La Sardegna era un terra ricchissima, aveva metalli, argento, montagne di ossidiana. Dominava sull’intera Tirrenia». Questa centralità della Sardegna nel mondo antico sarebbe testimoniata, secondo quanto racconta il libro, da quell’isola al centro del Mondo raccontata da Omero, Platone, Aristotele, Socrate ed Esiodo, e dal “Mulino Cosmico” di Amleto che nell’età dell’Oro teneva insieme il tempo e lo spazio.

Ma anche geograficamente la tesi di Frau avrebbe un riscontro. Come si vede nell’immagine in copertina del libro tracciando due cerchi di uguale raggio partendo dalla Sardegna verso oriente e verso occidente, le coste pacifiche di Giappone e Stati Uniti, limiti fisici della maggior parte dei continenti dell’emisfero boreale, sarebbero perfettamente incluse. Una tesi senza dubbio affascinante e, almeno per i sardi, senz’altro stuzzicante, che potrà essere approfondita a Roma fino al 2 maggio nelle sale della Società Geografica Italiana.

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